Il processo ad Arne Cheyenne Johnson fu un vero e proprio precedente: per la prima volta nella storia della legge americana un avvocato difendeva un cliente sulla base delle prove di un condizionamento psicologico causato da una possessione demoniaca.

È il 1981 e il caso giudiziario, conosciuto anche come Demon Murder Trial (processo dell’assassinio demoniaco) vedeva la Corte contro Arne Johnson, all’epoca 19enne e reo confesso dell’omicidio del suo padrone di casa Alan Bono (40 anni).

Fu così che simbolicamente la possessione demoniaca finì in Tribunale, colpevole di omicidio.

Il processo

Il processo a Arne Johnson fece scalpore perché fu il primo caso in cui la difesa cercò di dimostrare l’innocenza dell’imputato nel crimine compiuto sotto l’influenza di una possessione demoniaca. Il ragazzo, ancor prima di commettere l’omicidio, era stato osservato dai coniugi Warren, i quali avevano confermato la possessione.

La giuria, dopo ben 15 ore di consiglio, condannò Arne Cheyenne Johnson per omicidio colposo di primo grado. Era il 24 novembre 1981 e Johnson fu condannato a scontare in carcere dai 10 ai 20 anni. Di questi ne scontò solo 5.

Partiamo dall’inizio

Quando David Glatzel ha 11 anni (1980) aiuta sua sorella Debbie e il fidanzato Arne a sistemare la casa che hanno affittato. Il ragazzo inizia subito a provare una sensazione di disagio e vede l’ombra di un uomo che lo spaventa a morte.

A nulla servono gli avvertimenti di David, che cerca di dissuadere i fidanzati a trasferirsi in quella casa. Secondo il ragazzino, infatti, l’uomo misterioso gli avrebbe ordinato di andarsene, altrimenti avrebbe fatto loro del male.

Quando i giovani terminano i lavori, decidono di trasferirsi nella loro nuova casa e David li segue. Sin da subito sentono degli strani rumori che provengono dalla soffitta. Quando David inizia a comportarsi in modo strano e sul suo corpo compaiono lividi e graffi inspiegabili, la famiglia decide di chiamare un prete.

Quest’ultimo benedice la casa, ma David continua ad avere visioni inquietanti. La situazione precipita quando David inizia a parlare con una voce demoniaca, ringhia e ha il corpo ricoperto da lividi.

Edward e Lorraine Warren

È a questo punto che intervengono i coniugi Warren. Gli investigatori confermano alla famiglia che il ragazzino è posseduto. A questo punto sottopongono David a tre esorcismi, durante i quali il suo corpo lievita e svela ciò che nessuno allora poteva sapere: l’omicidio di cui si macchierà Arne.

Durante l’esorcismo Arne, che è presente, sfida il demone chiedendogli di entrare dentro di sé e lasciare stare il fratello. Di lì a pochi giorni, il demone è nel corpo di Arne e gliene da subito prova facendogli perdere il controllo dell’auto e finendo illeso contro un albero.

Poco dopo, le condizioni di David peggiorano e i tre si trasferiscono in un altro appartamento. Purtroppo, però, i due fratelli continuano a comportarsi in modo strano, con ringhi, allucinazioni e trance.

Di lì a qualche mese, Arne ha una discussione molto accesa con il suo padrone di casa e lo uccide.

Le critiche

Secondo alcuni la storia era chiaramente inventata, dalla famiglia stessa o direttamente dai coniugi Warren per farsi pubblicità. Secondo i media l’intera faccenda era stata messa in piedi cercando di sfruttare lo sconforto emotivo della famiglia e la debolezza psicologica di Arne.

Gli Warren sostennero che, invece, la loro buona fede e sottolinearono che dello stesso parere erano anche i preti che svolsero gli esorcismi. A sostenere la tesi degli investigatori fu anche Debbie e, in principio, tutta la sua famiglia.

Le dichiarazione

I coniugi Warren dichiararono di aver esortato Johnson a non chiedere al demone di sostituirsi a David, ma il ragazzo fu irremovibile.

Quando Debbie e Johnson lasciarono la casa della madre, i ragazzi affittarono un appartamento vicino al posto di lavoro di Debbie, che venne assunta in un canile. Il proprietario dell’appartamento in cui vivevano, Alan Bono, un giorno si trovò anch’esso al canile e si unì al gruppo per un pranzo.

Durante il pranzo, Bono esagerò con l’alcol e perse il senno, afferrando la cuginetta di Debbie, Mary di 9 anni. Fu a quel punto che intervenne Johnson, che già aveva preso a ringhiare, scaraventandosi contro l’uomo con un coltello da 130 mm.

Bono fu pugnalato ripetutamente. Secondo l’avvocato di Johnson “quattro o cinque ferite tremende” che si estendevano sul petto e un’altra che dallo stomaco si fermava sotto al cuore. L’uomo morì dopo qualche ora. Johnson fu ritrovato a circa 3 chilometri dal luogo dell’omicidio e trattenuto.

I media

I media reagirono energicamente al caso di Arne Johnson. Il giorno seguente all’omicidio, Lorraine Warren avvisò la polizia di Brookfield che il ragazzo era in preda ad una possessione demoniaca, così si scatenò un putiferio.

I Warren furono criticati pesantemente, anche alla luce del fatto che i loro agenti gli avevano promesso che dalla storia sarebbero scaturiti sia un libro, un film e lezioni universitarie.

Gli avvocati sembravano in balia degli eventi, lo stesso Martin Minnella che difendeva Johnson si recò in Inghilterra per incontrare colleghi che avevano già avuto casi simili, chiamò esperti in esorcismi e minacciò di citare in giudizio i preti che fecero l’esorcismo a David Glatzel se non avessero collaborato nel processo.

La difesa

È l’ottobre 1981, presso la Corte Superiore del Connecticut di Danbury. Il difensore di Arne, Minnella, cercò di spuntare una non colpevolezza in virtù della possessione, ma la richiesta fu subito respinta dal giudice Robert Callahan, il quale definì l’ipotesi di non colpevolezza come “irrelativa e non scientifica” a causa della mancanza di prove.

A quel punto, la difesa puntò sulla legittima difesa e, dopo ben 15 ore di seduta, la giuria deliberò che Johnson era colpevole di omicidio preterintenzionale.

Il caso divenne così popolare da ispirare un film per la TV intitolato The Demon Murder Case, nel 1983 uscì il libro The Devil in Connecticut scritto da Gerald Brittle con l’aiuto di Lorraine Warren. Sembra che parte dei proventi delle vendite del libro furono condivisi con la famiglia.

Il libro fu ripubblicato nel 2006, ma David Glatzel e il fratello Carl denunciarono gli autori per violazione alla loro privacy e “afflizione intenzionale di disagio emotivo“. Con la loro denuncia affermarono anche che la storia della loro famiglia era una burla inventata dai coniugi Warren.

Sempre Carl Glatzel rivelò che gli investigatori del paranormale lo avrebbero rassicurato dicendogli che l’intera famiglia sarebbe diventata milionaria grazie al caso e avrebbe permesso a Johnson di uscire di prigione.

Glatzel, invece, da tutta questa storia non ha ricavato nulla di buono. Sembra che ai tempi fu costretto ad abbandonare la scuola, perse varie opportunità di lavoro e perse gli amici che aveva. L’uomo sta lavorando a Alone Through The Valley, la sua versione sul caso di Arne Johnson.