Siamo sulle tracce del fantasma di Azzurrina. Ci troviamo al Castello di Montebello (Emilia Romagna), sulle alture dell’entroterra riminese, a pochi chilometri dalla costa nello splendido scenario della Valmarecchia.

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Il castello di Montebello

La frazione di Montebello, che fa parte del comune di Poggio Torriana, è conosciuta grazie alla presenza della rocca e per la presenza del fantasma di Azzurrina.

“… aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …” 

La storia di Azzurrina non ha tempo. È una storia triste, tramandata di generazione in generazione dagli abitanti del borgo e dalle migliaia di turisti che ogni anno visitano questo luogo da brividi, alla ricerca di una risposta, di vedere qualcosa, magari il fantasma di Azzurrina.

“… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”

Le fonti più antiche sul Castello di Montebello risalgono al settembre del 1186, dal rogito che vide passare la proprietà da Ugolinuccio di Maltalone in favore di Giovanni Malatesta. Per circa tre secoli il maniero è stato gestito dalla casata dei Malatesta che, grazie alle modifiche alle mura di cinta e alla costruzione di nuovi torrioni e camminamenti di ronda, lo hanno reso praticamente inespugnabile.

Nella seconda metà del Quattrocento, la proprietà del maniero passò nelle mani di Guidi di Bagno, i quali ne sono proprietari tutt’oggi.

Entriamo nel mistero

Parlare del Castello di Montebello e, più in particolare della figura del fantasma di Azzurrina, è piuttosto difficile. Di parole se ne sono già dette così tante e si sono scritte così tante pagine da sembrare un qualcosa di già sentito, di già letto. Quello che vogliamo mettere in risalto è l’aspetto umano di questa vicenda che, condizionata dai tempi in cui si è consumata, ha portato ad una tragedia che si sarebbe potuta evitare.

La piccola Guendalina, figlia di Ugolinuccio, feudatario di Montebello, nasce intorno al 1370 e presenta da subito i tratti caratteristici dell’albinismo, i suoi occhi sono azzurro cielo e i suoi capelli sono bianchi. Nonostante la madre cerchi di tingerli con prodotti vegetali, la sua chioma presenta sempre dei riflessi azzurri.

Il padre è protettivo nei confronti della bambina e cerca di impedirle di uscire dal castello e di incontrare altre persone. Per questo motivo, predispone che venga sorvegliata da due guardie. Il suo tentativo di preservarla dai pregiudizi popolari e dalle malelingue purtroppo non servono ad evitare la tragedia.

In quel periodo storico, la superstizione era ai massimi livelli e qualsiasi aspetto, fisico o comportamentale, diverso dal pensare popolare, veniva giudicato come portatore di sciagura o associato a qualcosa di demoniaco.

È il 21 giugno del 1375, quando di Guendalina si perdono completamente le tracce. Il corpo non viene mai ritrovato, da qui nasce la leggenda che vede il fantasma di Azzurrina aggirarsi ancora per le stanze del castello in cerca di pace.

Il castello di Azzurrina ai giorni nostri

Lasciamo la leggenda, tramandata di bocca in bocca e arriviamo al 1990, anno in cui il Castello è ormai aperto al pubblico da un anno. Tra i visitatori del maniero i giudizi sono discordanti, c’è chi sostiene la veridicità della presenza del fantasma di Azzurrina all’interno del castello ed afferma di aver sentito dei suoni, una voce e chi, al contrario, non ci crede.

Ebbene, proprio il 21 giugno di quell’anno, ricorrenza della scomparsa della bambina, viene condotto uno studio approfondito da parte di tecnici con apparecchiature specializzate nella registrazione dei suoni e finalmente la prova: tra il rumore del vento, lo scrosciare della pioggia, una voce, che più tardi gli esperti confermeranno autentica, non manipolata.

Le registrazioni proseguono, sempre il 21 giugno, in concomitanza con il solstizio estivo….. le registrazioni vengono fatte ascoltare ai visitatori durante la visita al castello.

In quel suono c’è chi ci riconosce il pianto di una bambina, altri sentono una voce, forse una risata… infine c’è chi non sente nulla.

Secondo noi questa storia è molto suggestiva e ricca di particolari che forse non conosciamo ancora. È stata tramandata oralmente per secoli e quindi è possibile che si sia modificata o distorta.

L’unica conclusione che ci sembra corretta è quella di visitare personalmente questo luogo e sentire sulla propria pelle i brividi che è in grado di trasmettere. Sul sito ufficiale del castello trovate tutte le informazioni dettagliate.

Arrivare al Castello di Montebello

Al castello di Montebello si arriva con l’auto uscendo a Rimini Nord-S. Arcangelo di Romagna e seguendo le indicazioni per Torriana. Oppure in treno fino alla stazione di Rimini, proseguendo poi in autobus (il numero 9) che porta alla stazione di S. Arcangelo di Romagna. Da qui si prosegue con l’autobus n. 166.

Cosa mangiare in zona?

Per il pranzo o la cena nei pressi del Castello, la zona offre sicuramente tanto. Ce n’è proprio per tutti i gusti, un’occasione imperdibile per assaggiare i piatti tipici della cucina riminese. Tra le specialità più conosciute:

Piadina

i cappettelli

il coniglio in porchetta

formaggio di Fossa

il Brustengo

Visite ed escursioni

Ovviamente l’attrazione principale del luogo è il famoso Castello di Azzurrina. Le visite al Castello sono organizzate in un turno diurno, per chi vuole focalizzarsi maggiormente sull’arte e quelle notturne, per chi è alla ricerca del brivido.

Nelle vicinanze, i luoghi più interessanti sono il Santuario della Madonna di Saiano, da dove si può ammirare una vista mozzafiato sulla vallata e la Rocca Verucchio, anch’essa ricca di storia.

La vicina Rimini offre tanti spunti per un’escursione, per esempio un bel punto di partenza tra i luoghi più suggestivi della zona. Itinerari da non perdere sicuramente la vicina San Marino e con qualche chilometro in più il borgo e la Rocca di Gradara.

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Visite ed orari

Le visite al Castello di Montebello sono articolate in: