Cameron è un bambino biondo con gli occhi azzurri che ha suscitato molto scalpore per la sua storia sorprendente. All’età di soli tre anni, la madre di Cameron ha assistito sbalordita ai racconti del piccolo che parlava della sua vita precedente. Si tratta di reincarnazione? Cameron ha vissuto davvero due volte? Intanto leggiamo la sua storia.

I primi anni di Cameron

Le prime stranezze si manifestarono già all’asilo, dove il bambino disegnava una casa proprio di fronte al mare, una macchina nera nel vialetto e un cane maculato. La madre di Cameron si confrontò con le maestre, spiegando che i luoghi disegnati dal figlio non esistevano nella realtà, di conseguenza le maestre conclusero che il bambino avesse una spiccata immaginazione.

Eppure, a casa, i racconti di Cameron proseguivano. Era in grado di descrivere nel dettaglio l’abitazione, bianca, affacciata sulla baia di Barra (isola a nord della Cornovaglia), una casa molto grande con tre bagni. Cameron racconta che da lì si potevano sentire gli aerei che atterravano sulla spiaggia.

Il bambino raccontò a sua madre, sempre più confusa, di essere cresciuto sull’isola insieme alla sua famiglia, composta da sua madre, il padre e i suoi fratelli. Un particolare molto forte fu il racconto del padre, Shane Robertson, morto in un incidente.

Mentre i racconti di Cameron si facevano sempre più precisi man mano che cresceva, lo sguardo smarrito della madre si perdeva fuori dalla finestra della cameretta, dove l’unica visuale erano i tetti di mattoni rossi, uno scenario ben diverso da quello rievocato dal figlio.

Cameron Macaulay

Il nuovo Cameron è nato nel 2001 e viveva con la famiglia nei pressi di Glasgow, in un paese che si chiama Clydebank. La famiglia non ha mai avuto un cane maculato e nemmeno un’auto nera. Intanto il bambino cresceva e, una volta arrivato a 6 anni, la madre era ormai convinta che qualcosa in lui non andasse.

Cameron le parlava della sua famiglia “di prima” ricordando nomi e località precise finché Norma, così si chiama la madre del bambino, decise di recarsi col figlio a Barra per verificare le informazioni date dal piccolo e capire una volta per tutte se il figlio dicesse il vero.

Il tragitto fino a Barra e quello che successe dopo fu filmato da una troupe televisiva che stava preparando un documentario sui casi di reincarnazione e da Jim Tucker, direttore della clinica di psichiatria infantile della Virginia University.

Cameron a Barra

Una volta arrivato a Barra, Cameron si diresse quasi subito alla casa bianca che tante volte aveva disegnato, il mare era lì a pochi metri e tra i cespugli ricordò la presenza di un passaggio segreto che conduceva all’interno dell’abitazione.

La casa era abbandonata. Si scoprì che la famiglia Robertson non era originaria dell’isola, ma aveva frequentato la località turistica dagli anni ’60 fino agli ’80 durante le vacanze estive. Da alcune ricerche si riuscì a identificare solo una lontana parente di nome Gillian Robertson, che però non ricordava l’esistenza di un Shane Robertson nelle generazioni precedenti.

A Cameron furono fatte vedere le foto di famiglia e riconobbe subito sia la macchina nera e il cane maculato di cui aveva parlato.

Conclusioni

Si può dire che Cameron sia uno dei tanti che ha vissuto l’esperienza della reincarnazione? In effetti, il bambino ha fornito dei particolari così precisi, circa la casa, il cane e l’auto, da non poter essere semplici coincidenze. Però ci sono anche dati che non coincidono e qualche inesattezza, forse dovute alla mente di un bambino di sei anni.

Lo scetticismo non mancò ai tempi, in tanti pensarono che Norma potrebbe aver architettato la vicenda con la collaborazione di Gillian Robertson, che si scoprì in seguito abitare anch’essa a Glaslow. Ultimo punto a favore degli scettici, non furono trovati documenti che testimoniassero la morte di un bambino nella famiglia precedente.

La storia di Cameron, come quella di moltissimi altri casi, è stata analizzata da psicologi e scienziati in cerca di una risposta circa la possibilità dell’esistenza di una vita “precedente“, il tutto è stato raccolto in un libro dal titolo “Bambini che ricordano altre vite” di Ian Stevenson.

Nel documentario la madre racconta “Cameron era raggiante. Trovò l’entrata segreta della casa che tante volte aveva disegnato e mi disse quanto fosse ansioso di presentarmi alla sua famiglia“.