Il castello di Alviano si trova in posizione dominante al di sopra della valle del Tevere, tra Orvieto ed Amelia, circondato dal nucleo urbano del piccolo borgo medievale.

La sua forma trapezoidale si sviluppa su tre piani oltre all’attico. La Fortezza è circondata da una cinta muraria e da quattro torri circolari poste agli angoli.

All’interno un doppio loggiato e un grande scalone riflettono lo stile signorile della fortezza.

Oggi il Castello di Alviano ospita il Municipio al piano nobile, mentre il piano terra è occupato dal Centro di documentazione audiovisiva sull’Oasi di Alviano. I sotterranei, infine, ospitano il Museo della Civiltà Contadina e mostre permanenti di arte moderna.

Storia del castello d’Alviano

Il primo nucleo fortificato del Castello di Alviano si attesta nel 996 a cura di Offredo, capostipite dalla famiglia, che mantenne la proprietà del castello fino al 1308 assumendo cariche sempre più importanti.

Il castello di Alviano ritornò nelle proprietà della famiglia grazie a Francesco d’Alviano che lo scelse come propria residenza.

Nel 1455 nacque Bartolomeo, il più illustre componente della famiglia, frutto dell’unione tra Francesco d’Alviano e Isabella degli Atti.

Bartolomeo d’Alviano fu un condottiero militare, dotato di particolare intelligenza e coraggio al quale si deve la caratteristica e sontuosa ristrutturazione dell’attuale castello, avvenuta nel 1495 dopo la distruzione per mano dei Chiaravalle.

Da esperto condottiero, Bartolomeo dotò la Fortezza secondo i principi della nuova architettura militare. Nel 1497, rimasto vedovo della prima moglie, Bartolomeo sposò in seconde nozze Fantasilea Baglioni.

Nel 1500, il figlio Bernardino fece del castello di Alviano la sede di una fonderia di cannoni rinomata in tutta l’Umbria.

Nel 1543, per mancanza di eredi maschi, gli Alviano persero il feudo e cambiarono il loro nome in Liviani.

Presenze al castello di Alviano

Il castello di Alviano è una struttura molto antica e si dice sia infestata da fantasmi. Le sale e i sotterranei sono stati analizzati da una squadra di Ghost Hunters.

Le indagini

Il gruppo GIAP Roma (Gruppo Investigazione Attività Paranormali) ha effettuato un’indagine al castello di Alviano alla ricerca di fenomeni paranormali, accompagnato dalla sensitiva Emanuela Mitraglia.

Le indagini, svolte con l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia per il rilevamento di qualsiasi anomalia, si sono concentrate anche nei sotterranei, un tempo luogo angusto e tetro che è stato testimone di oscure vicende.

Nonostante le numerose ristrutturazioni, che avrebbero potuto intaccare le energie residue presenti nel castello, il team non ha dovuto attendere molto per avere i primi riscontri: all’interno della struttura ci sarebbero energie difficilmente spiegabili.

Nella Cappella delle Rondini, che durante la seconda guerra mondiale ha assolto al compito di cella di detenzione, sebbene la strumentazione non abbia fornito dei validi riscontri, la sensitiva Emanuela Mitraglia avrebbe percepito almeno una presenza.

I locali che oggi ospitano il Museo dedicato a Bartolomeo D’Alviano sono quelli che hanno prodotto più riscontri.

Anche in questo caso le strumentazioni non avrebbero segnalato particolari anomalie, mentre Emanuela avrebbe percepito la presenza di più entità, tra cui un uomo in abiti militari.

Altri membri del team hanno sentito dei rumori decisi e inspiegabili nella stanza: passi e colpi sulle pareti.

Oltre alla squadra mobile, parte del team si è occupato delle postazioni fisse degli apparecchi ed è proprio uno di questi strumenti che ha registrato la presenza di una sagoma scura che si muoveva nel chiostro del castello e che è poi scomparsa nelle vicinanze della cappella.

A breve distanza di tempo, l’apparizione si sarebbe ripresentata, fatto che ha convinto il team ad effettuare un’analisi ancora più approfondita.

La squadra si è diretta anche nel locale che un tempo era probabilmente frequentato dalla servitù e che oggi ospita la biglietteria. Qui ha svolto una sessione EVP. Questo luogo in particolare aveva incuriosito il GIAP nel sopralluogo del pomeriggio, quando i membri del team e il personale del castello avevano udito una fragorosa, quanto inspiegabile, risata nel momento in cui l’addetta aveva fatto riferimenti storici a Bartolomeo e alla prima moglie Bartolomea Orsini.

Secondo i racconti si sarebbe trattato di una voce femminile.

Curiosità

Il castello di Alviano ha alle spalle una storia millenaria, alla quale sono legate molte leggende e curiosità.

Nel 1654 il feudo fu acquistato all’asta da donna Olimpia Pamphili per 265.000 scudi. La donna rimase al castello per poco tempo ma sufficiente per creare scandalo con la sua condotta libertina.

Donna Olimpia veniva chiamata, in segno di disprezzo, Pimpaccia. Ma chi era costei? Una patrizia romana con un gran savoire faire. Ella riuscì a fare entrare il cognato nella corte papale come Innocenzo X Pamphili e a seguirne, con la sua influenza, tutta la carriera.

Fu così forte la sua intromissione all’interno dell’ambiente pontificio, che Olimpia si guadagnó il soprannome di ‘papessa’.

Tra le sue discutibili abitudini c’era quella di attirare al castello giovani del luogo e, dopo aver soddisfatto le sue fantasie, gettare i poveretti in trabocchetti dove venivano trafitti da coltelli.

Il fatto che nei sotterranei del castello siano stati effettivamente ritrovati sia lame che ossa fa supporre che si tratti di una leggenda fino a un certo punto.