A differenza della maggior parte dei castelli italiani, il Castello di Gaglianico sorge su suolo pianeggiante, ma in una posizione assolutamente strategica per assicurare il controllo delle rotte e la difesa del territorio. Ad oggi, il Castello di Gaglianico è uno dei più belli e ben conservati manieri del biellese.
Uno degli aspetti più apprezzati del Castello di Gaglianico è sicuramente l’aspetto architettonico, con la sua bella pianta quadrangolare e le quattro torri più grandi. Nel mezzo altre torri e cortili. Tutt’attorno c’è un sussureggiante parco a cui ha messo mano addirittura il progettista del parco di Versaelles e, più recentemente, l’architetto Luigi Daneri con una sistemazione terminata nel 1935.
Ad oggi, il Castello di Gaglianico è una proprietà privata, quindi non visitabile, ma anche dall’esterno è possibile ammirare le sue mura e respirare la sua storia, che probabilmente parte molti secoli prima, ma che vede nel 1379 Ibleto di Challant divenire il monsignore di Gaglianico.
Dopo una lunga serie di vicessitudini, che resero protagonisti sia Ibleto di Challant che la famiglia Della Torre, i successori della famiglia Challant fino a membri della famiglia di Issogne.
Dopo occupazioni, battaglie e controversie, nel 1914 il Castello venne acquistato dai conti Trossi, i quali diedero il via a un delicato restauro che riportò il maniero all’antico splendore. Oggi restano osservabili i due distinti momenti costruttivi che segnano il primo nucleo fortificato nella torre interna e la fabbrica del d’Amboise con le quattro torri angolari e la torre più alta all’ingresso.
Del passaggio degli Challant restano visibili tracce nei motivi decorativi, nelle cornici in pietra delle finestre a crociera del piano terreno, che incredibilmente sono speculari ai manieri di Issogne e Verrés. Altri riferimenti all’influenza degli Challant sono riscontrate nei soffitti a cassettoni e, in ultimo, una delle camere del castello di Gagliano è molto somigliante alla camera del re di Francia al Castello di Issogne.
Al di fuori del castello, c’è un bel parco ed è visibile ancora il fossato che, probabilmente, fiancheggiava il muro dell’antico ricetto. Soprattutto nella stagione primaverile, il territorio biellese offre scenari unici per una gita fuori porta alla scoperta dei capolavori architettonici e dei sapori locali e tipici del Piemonte.
Ed è proprio un percorso enogastronomico che ci ha portato ad assaggiare i famosi biscotti Torcetti, oltre alla salsiccia di riso, la Paletta e la Polenta Cunscia, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di Bramaterra o di Canavese.
La nostra prossima tappa è il Ricetto di Candelo.