Eccoci pronti a mettere piede, sebbene virtualmente, in un altro castello e rivivere la magia di una storia d’amore lontana nel tempo. Lo scenario da fiaba si chiama Castello di Zavattarello, un maniero lombardo in provincia di Pavia. Pronti a tornare indietro nel tempo fino al Rinascimento?
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Il Castello Dal Verme di Zavattarello, questo il suo nome completo, è adagiato in posizione sovrastante al piccolo borgo medievale. Si arriva in cima alla collina che lo ospita attraverso una piacevole passeggiata.
Entriamo nella leggenda
Nelle stanze del Castello di Zavattarello è andata in scena una storia d’amore e al tempo stesso di morte. Ai tempi, la nipote di Ludovico il Moro, Chiara Sforza, venne promessa in sposa a Pietro dal Verme.
Costui, però, era già profondamente innamorato di un’altra donna, Cecilia del Maino e, sebbene gli Sforza cercarono di costringerlo in tutti i modi, il giovane preferì sposare quest’ultima.
Il destino infausto volle che, a causa delle complicanze del parto, Cecilia perse la vita giovanissima e Ludovico, a quel punto, decide di convolare in seconde nozze con Chiara Sforza.
Quest’ultima, nonostante avesse soddisfatto il suo desiderio, mal sopportò il fatto di essere stata la seconda scelta. Così, in un impeto di vendetta e probabilmente istigata dallo zio Lodovico il Moro, il quale avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara avvelenò il pasto del marito. Da quel momento, al Castello sono incominciati a succedere fatti inspiegabili.
Questi fatti sono stati attribuiti allo spirito di Pietro dal Verme, il quale vagherebbe tra le stanze del castello in cerca di vendetta. Le segnalazioni delle sue numerose apparizioni non hanno tempo.
Numerosi ospiti e visitatori hanno testimoniato di aver assistito a manifestazioni paranormali inspiegabili, come porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi, sedie spostate e voci evanescenti. Fin dall’Ottocento, alcuni documenti citano una delle camere da letto all’ultimo piano come la stanza degli spiriti.
Nel 2011, durante un concerto nel castello: Note al Museo, le telecamere hanno involontariamente impresso le immagini di un evento al quale non è ancora stata data una spiegazione. Siamo nella Sala delle Feste, dietro al palco ci sono due porte chiuse. Ecco il racconto della direttrice Sara Rossi:
“Una delle due porte si aprì: per prima cosa pensammo subito a una corrente d’aria, ma questa idea venne presto smentita. Poco dopo, infatti, la porta si richiuse con un evidente movimento della maniglia. Questo mi ha molto stupita perché sapevo per certo che non poteva esserci nessuno dietro quella porta: l’accesso a quell’area del castello era stato chiuso, inoltre i nostri volontari stazionavano al pian terreno proprio per evitare che qualche visitatore potesse perdersi per il castello. Sulle prime non ho detto nulla, ma nei giorni successivi, quando abbiamo riguardato i filmati del concerto, abbiamo potuto constatare che anche una delle telecamere aveva ripreso esattamente ciò che avevo visto. Confermando che dietro quella porta non c’era nessuno.”
Dopo pochi minuti, mentre i musicisti continuavano a suonare, il pianista si accorse di non avere più uno spartito. Dopo un attimo di trambusto, durante il quale lo spartito non venne trovato da nessuna parte, il pianista si fece dare una copia e il concerto poté proseguire.
Al termine del concerto, dopo essersi spostati in un’altra sala per un rinfresco, musicisti e pubblico tornarono nella Sala delle Feste per radunare gli strumenti e andare a casa.
“Entrammo nella sala tutti insieme.” prosegue Sara Rossi “Il pianista, appena avvicinatosi al suo pianoforte, si accorse che sul leggio era posato lo spartito mancante, proprio il suo, con tutte le sue annotazioni a matita. Era come se non si fosse mai spostato da lì”.
Indagini
Nel 2013 al Castello è giunto il gruppo hesperya di Brescia con le attrezzature adeguate per svolgere le indagini. Stando ai risultati di queste ricerche, sono emersi due fatti che hanno del sensazionale.
In un sopralluogo nelle prigioni del castello era stato volontariamente lasciato un registratore vocale in rec, il quale ha registrato una voce presumibilmente maschile che sembrerebbe fare una domanda “Chi siete?”
Sempre durante quel sopralluogo le telecamere hanno ripreso il suono di tre note musicali, che non erano state udite da nessuno dei presenti. Durante il secondo sopralluogo, poi, una delle handycam ha registrato quella che viene definita una voce incorporea, percepita anche in diretta da alcuni dei presenti. La voce chiamerebbe per nome uno del gruppo, con il soprannome “Roby“.
L’anno dopo, le ricerche sono proseguite ad opera dei ricercatori di Idp Melegnano. Ci sono alcuni aspetti del luogo che hanno stupito l’ingegnere del suono.
Un ultimo aneddoto che ci sentiamo di riferirvi è la Stanza della Sedia. Verso la fine degli anni Novanta, in una stanza dell’ultimo piano era stata posizionata una sedia che serviva per far accomodare i visitatori che non volevano arrivare fino alla torre attraverso una ripida scala.
La sedia dovette essere rimossa, dopo le continue proteste del personale delle pulizie, che ogni volta la trovavano in una posizione diversa rispetto a come l’avevano lasciata.
I fenomeni paranormali al Castello di Zavattarello non si sono mai fermati, anche negli ultimi anni si sono intensificati ancora di più. Ormai sono quasi all’ordine del giorno gli strani rumori inspiegabili uditi dal personale e dai visitatori.
Visitare il Castello
La visita al Castello prevede il passaggio in tutti gli ambienti, si sale in cima alla torre di avvistamento, punto dal quale si può godere di un panorama mozzafiato sulla vallata e sugli altri manieri nelle vicinanze. Si visitano anche le prigioni, scavate nella roccia, la cucina, la Sala della Musica e la Sala delle Armi.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale.