Castello UrsinoCastello Ursino

Castello Ursino si trova proprio nel centro cittadino di Catania ed è conosciuto come un luogo ricco di storia e di misteri irrisolti. Sebbene non ci siano state prove tangibili a confermare la presenza di fantasmi all’interno del castello, la leggenda e i racconti popolari parlano di fatti molto particolari.

Le famose celle del Castello Ursino

La parte più suggestiva del castello Ursino si trova sicuramente al piano terra, dove i locali furono anticamente modificati e divisi per creare delle piccole celle per rinchiudere i prigionieri. Qui i detenuti erano lasciati completamente al buio, ma in compagnia di scorpioni, tarantole e topi.

I visitatori del castello posso osservare con i loro occhi le sofferenze e testimonianze lasciate sui muri dai poveri incarcerati durante la loro agonia. Si tratta di scritte e graffiti che raccontano gli incubi vissuti dai malcapitati.

Si tratta di un’eredità spaventosa tramandata fino ai nostri giorni, che si manifesta attraverso fenomeni inspiegabili soprattutto ai dipendenti del castello. Ogni giorno le manovalanze hanno a che fare con porte che improvvisamente si aprono o sbattono e urla strazianti di uomini e donne.

Breve storia del Castello Ursino

La costruzione del castello ebbe inizio verso la fine del 1239 per volere di Federico II di Svevia, il quale chiese ai cittadini di versare una somma in oro in favoro degli imminenti lavori di edificazione. Questo progetto faceva parte di un più imponente opera di fortificazione voluta dall’Imperatore nella Sicilia orientale.

Il castello Ursino fu costruito su un promontorio affacciato sul mare, fu un esempio di roccaforte che dominava il mare e, allo stesso tempo, il centro cittadino di Catania. Questo aspetto è oggi meno evidente, dopo che l’eruzione del 1669 ha modificato in parte i livello del terreno. Fino alla fine del XIII secolo, il castello fu adibito a fortezza e successivamente divenne prima la dimora reale degli Aragonesi e dopo dei Viceré Spagnoli.

Infine, il castello fu adibito a carcere e a caserma. E’ proprio a questo periodo che risalgono i graffiti dei prigionieri nel cortile e nelle celle. E qui inizia la suggestione della visita.

I fantasmi del castello Ursino

Se in generale la struttura del castello ha subito nel corso degli anni molte ristrutturazioni e cambiamenti, lo stesso non si può dire per i sotterranei, che sono rimasti pressoché identifici come ai tempi in cui i locali erano adibiti a carcere.

A non essere mutato è soprattutto il pathos che si respira qui, complici i drammatici racconti tradamandati nel tempo e che ancora oggi hanno il potere di mantenere alto il livello di adrenalina. Basta poco per immergersi con il pensiero e tornare indietro nel tempo: celle strettissime, completamente buie e infestate da topi.

Sulle pareti sono ancora presenti le testimonianze di quelle antiche sofferenze a testimonianza di morti orribili. Sarà forse questo il motivo per cui la maggior parte del personale a servizio del castello, così come i custodi che si sono avvicendati, hanno avuto la prova dell’esistenza di fenomeni paranormali all’interno del castello.

I lavoratori del castello Ursino hanno assistito, almeno una volta, ad una manifestazioni da parte degli spiriti dei prigionieri morti nei sotterranei del castello. Le apparizioni si sono via via moltiplicate, insieme a spostamenti inspiegabili di oggetti, porte che sbattono all’improvviso e lamenti strazianti.

Le esperienze all’interno del castello rasenterebbero fenomeni di poltergeist: luci che si accendono e spengono da sole e anomalie continue nei dispositivi elettronici. Se questo non bastasse, alcuni visitatori hanno sperimentato addirittura l’esperienza orribile della paralisi muscolare, non riuscendo per un certo tempo a muoversi e allontanarsi dalla struttura.

Il fantasma bambino e Ofelia

Tra i fantasmi più popolari del castello Ursino ci sarebbe un’apparizione eterea nelle stanze dei piani superiori che si manifesta sotto forma di nube fluttuante con i tratti di un bambino. La visita dei turisti è resa ancora più angosciosa dalla presenza di un quadro, la “Testa di Ofelia pazza“, nel quale la donna raffigurata darebbe la sensazione di seguire con lo sguardo i malcapitati e di insinuarsi nei loro pensieri.

Quello di Ofelia è forse lo sguardo ammonitore di chi dal 1865 è testimone degli eventi terribili accaduti al castello? Uno sguardo magnetico, che forse cerca di comunicarci qualcosa sul passato tremendo di quelle stanze. Questo e tanto altro vi aspetta a Catania, una città ricca di suggestione e mistero.