La piramide di Cheope non finisce mai di stupire e affascinare grazie ai suoi numerosi segreti che ne fanno il sepolcro più suggestivo di tutti i tempi.

Dall’alto dei suoi 146,6 metri originari (oggi 138,8 a causa degli agenti atmosferici), la piramide di Cheope dal 2500 a.C. ha osservato le vicissitudini della storia. Una storia che l’ha vista, di volta in volta, protagonista di uno straordinario passato.

Con i suoi oltre due milioni di blocchi di pietra del peso di 2,5 tonnellate ciascuno, la struttura è rimasta per millenni una delle più grandi costruzioni mai costruite sulla faccia della terra. Questo, unito alla velocità con cui fu terminata (circa un ventennio), ha spesso sollecitato la fantasia degli esperti indirizzandola verso mondi extraterrestri.

Piramide di Cheope, un’opera di ingegneria perfetta

La Grande Piramide è a tutti gli effetti un’opera di ingegneria fantastica, un esempio di precisione e perfezione spinto ai massimi livelli. La precisione dell’orientamento delle facce della piramide ha dell’incredibile, soprattutto se pensiamo agli strumenti che erano a disposizione dei suoi antichi costruttori.

Con quali calcoli, conoscenze scientifiche e astronomiche fu affrontata la posa della prima pietra della piramide di Cheope? La base ha una forma quasi perfettamente quadrata con lati di 230 metri e uno scarto minimo di 25 metri.

Conoscenze astronomiche

Le conoscenze astronomiche degli antichi egizi è fuori discussione, basti pensare alla teoria dell’astronomo britannico Richard Proctor, il quale ipotizzò che la piramide, prima del suo completamento, sia stata utilizzata come osservatorio astronomico. In particolare, la Grande Galleria sarebbe servita da linea di osservazione come un meridiano per monitorare il movimento degli astri.

Grazie agli studi è stato possibile ricostruire esattamente la posizione delle stelle del cielo di 2500 anni a.C., ricavandone che uno dei condotti era rivolto verso la stella Sirio (Iside) e un altro condotto era rivolto verso una stella della costellazione di Orione. Il fatto che le tre stelle di Orione corrispondano esattamente con la posizione delle tre piramidi di Giza, non sembra affatto una casualità.

Gli esperti ipotizzarono quindi che le tre piramidi potessero rappresentare simbolicamente la cintura di Orione, ma gli angoli formati dalle stelle non corrispondevano a quelli formati dalle piramidi. Per trovare una corrispondenza perfetta si doveva andare molto più indietro, nel 10.500 a.C. A quel punto si insinuò il sospetto che il progetto per la costruzione delle piramidi fosse stato pensato molto tempo prima della loro effettiva costruzione e questo è solo uno dei tanti misteri della civiltà egizia.

Ingresso inviolato per 3000 anni

La piramide di Cheope restò inviolata per circa tre millenni prima che piede umano varcasse il suo ingresso. Chi furono i primi ad entrare e respirare quell’aria rarefatta e magica?

Secondo gli egittologi si trattava del califfo Abdullah Al Mamun e dei suoi uomini nel 820. Chissà quale fu l’espressione di sorpresa nel rendersi conto che l’interno della piramide non conteneva molto, nessuna mummia e nessun tesoro, né alcuna incisione. La spedizione trovò solo un sarcofago vuoto in quella che poi fu identificata come la Camera del Re.

Negli anni a seguire, molti altri esploratori visitarono la piramide. Uno di questi, l’inglese Howard Vyse nel 1837 si aprì un varco utilizzando dell’esplosivo proprio al di sopra nella camera del Re. Questa operazione portò alla scoperta di altre quattro stanze completamente sigillate.

Finalmente comparvero anche dei geroglifici dipinti con una pittura rossa, i quali si riferivano proprio a Cheope. Fu chiaro a quel punto che si trattasse della piramide di Cheope e che il sarcofago vuoto ritrovato aveva probabilmente ospitato la mummia del faraone.

Un’altra porta segreta

Molti anni più tardi, era il marzo del 1993, una squadra di ricercatori approfondì le conoscenze sulla piramide di Cheope introducendo un robot all’interno del condotto di ventilazione situato sul lato Sud.

Quest’ultimo passaggio parte dalla camera della regina e procede in un cunicolo angusto di 20×20 centimetri. Ad un certo punto, dopo aver percorso una sessantina di metri, il robot si bloccò di fronte ad un muro.

Si scoprì poi attraverso i monitor che si trattava di una porta con due maniglie di rame. Una nuova camera segreta e sigillata, probabilmente ancora inviolata.

La piramide di Cheope studiata con i raggi cosmici

Nel 2017 un nuovo studio ha portato alla scoperta di altri vani segreti e sconosciuti della piramide. Sono state utilizzate tracce delle particelle subatomiche che arrivano dallo spazio, grazie alle quali è stato possibile individuare i nuovi ambienti. Come spiega il responsabile della ricerca Mehdi Tayoubi: “Una delle due cavità è così grande che non può essere un errore di costruzione…».

Le particelle di origine galattica ed extragalattica colpiscono la Terra in ogni direzione e si muovono a una velocità prossima a quella della luce. Grazie a questa tecnica è stato possibile individuare i muoni, le particelle con carica negativa che si formano dall’incontro tra i raggi cosmici e gli atomi dell’atmosfera terrestre.

Il tipo di movimento dei muoni, diverso in base al tipo di ambiente in cui si muovono, ha permesso di determinare la presenza degli spazi vuoti all’interno della piramide. Si tratta di un ambiente più grande lungo circa 30 metri (6 metri di altezza) posto al di sopra della Grande Galleria, e di un altro spazio molto più piccolo collocato nel lato settentrionale della struttura.

Individuata la camera sepolcrale di Cheope?

Gli scienziati si sono chiesti quale fosse la funzione di questi due vani e, nell’incertezza, hanno avanzato anche l’ipotesi che il più ampio potesse essere la camera sepolcrale del faraone, benché il cunicolo inizialmente sembrasse irraggiungibile.

Successivamente, con l’utilizzo di strumenti ancora più precisi e molto più sensibili è stato possibile individuare il corridoio, che fino ad ora era stato solo ipotizzato. Si tratta di un cunicolo di nove metri, una sorta di corridoio (2,10 metri di larghezza e 2,3 metri di altezza).

Il coordinatore del progetto ScanPyramids e scopritore del cunicolo, Hany Helal ha così commentato la scoperta: «l’ultima volta che è stato visto fu 4.500 anni fa» Adesso una nuova domanda si pone ai ricercatori: dove porta quel corridoio? Una nuova sfida per gli scienziati e archeologi di tutto il mondo, mentre si fa sempre più insistente il pensiero che possa condurre alla tanto agognata camera sepolcrale del faraone.

È questione solo di tempo, quindi, mentre ci stiamo avvicinando alla scoperta degli ultimi segreti ancora non svelati della piramide di Cheope. Si tratterebbe, come ha detto l’archeologo egiziano Zahi Hawass, della strada giusta per trovare la tomba di Khnum-Khufu (Cheope).