La Death Valley è un lembo di terra ai margini del mondo. Immaginate un luogo dal clima estremo, temperature insostenibili che permettono la vita di pochi esseri viventi, una natura così arida e ostinata che qui la parola d’ordine è combattere.
Ma la Death Valley non è solo questo. Molti anni fa si iniziò a parlare della presenza di un complesso reticolo di tunnel sotterranei che, si scoprì più tardi, ospitavano alcuni corpi mummificati di giganti. Questo è ciò che sosteneva il suo scopritore, anche se le gallerie non furono mai più ritrovate.
La scoperta dei tunnel della Death Valley
Era il lontano 1931, quando un certo Bruce Russell sostenne di aver scoperto per caso la presenza dei sotterranei della Death Valley e i suoi segreti. Russel aveva lasciato Cincinnati (Ohio) quand’era andato in pensione dopo aver svolto la professione medica. Una volta arrivato a ovest, era stato probabilmente attratto come tanti dalla ricerca mineraria.
La sensazionale scoperta avvenne infatti mentre Russell stava esplorando un pozzo in compagnia di un suo vecchio collega medico, Daniel S. Bovee. Stando al racconto, mentre i due erano nel pozzo il terreno cedette sotto ai loro piedi e si ritrovarono nelle viscere della Death Valley, di fronte a una rete ramificata di tunnel.
L’esplorazione delle gallerie portò i due uomini alla scoperta clamorosa dei corpi mummificati di tre giganti. I corpi misuravano circa 2,50/2,70 metri e portavano dei pantaloni che arrivavano a stento al polpaccio. A prima vista Russel non capì di quale tessuto si trattasse, forse pelle di pecora, o di altro animale, tinta di grigio.
Oltre all’altezza eccezionale dei corpi, ciò che lasciò di stucco i due esploratori fu la presenza nella stanza di numerosi geroglifici levigati sul granito e manufatti con disegni sia egiziani che degli indiani d’America. Russel riferì di aver avuto la sensazione di trovarsi di fronte ai resti di un’antica tribù primordiale.
Secondo Russel negli ambienti sotterranei erano presenti anche i resti delle ossa di dinosauri, tigri ed elefanti, figure che la leggenda in seguito ha trasformato in mammut e tigri dai denti a sciabola.
Opinione pubblica
Piu volte Russel aveva ribadito che ciò che aveva visto era probabilmente solo la punta dell’iceberg di un’immensa rete di tunnel che copriva un’area di quasi 200 miglia quadrate al di sotto della superficie della Death Valley. Nonostante il racconto dettagliato di Russel, però, gli archeologi sollevarono delle obiezioni: tra la comparsa dei dinosauri e quella delle tigri dai denti a sciabola erano passati oltre 10 milioni di anni!
In generale la storia di Russel fu accolta con molto scetticismo dalla comunità scientifica e nessuno si dimostrò abbastanza interessato da investire fondi per la ricerca.
Verità o bufala?
Russel non perse l’entusiasmo di fronte al disinteresse degli esperti e sfruttò l’appoggio di alcuni investitori per fondare una società chiamata Amazing Explorations Inc. con lo scopo di portare avanti il suo progetto di ricerca e portare alla luce la sua incredibile scoperta.
Purtroppo, però, vuoi la delusione per il mancato sostegno a quella che riteneva la scoperta del secolo, vuoi i capricci di una terra che non da seconde opportunità, quando Russel accompagnò i suoi compagni sul luogo della scoperta, non fu in grado di rintracciare il sito.
Booking.comCosa ne fu di Russell e di Bovee? Scomparsi. Del dottor Bovee non si seppe più nulla, mentre la scomparsa di Russel andò ad alimentare ancora più intensamente il mistero. La sua auto, infatti, fu ritrovata abbandonata nel cuore dell’assolata Death Valley, un danno al radiatore e la sua valigia ancora a bordo. Di Russel nessuna traccia, era scomparso per sempre portando con sé i segreti della sua scoperta.
Si potrebbe dire la fine di una storia, ma un giornale di San Diego avrebbe commentato così la faccenda: «Questa non è la fine della storia, né l’inizio».