L’ex convento di Sicignano degli Alburni è un convento oggi abbandonato e in stato di degrado, conosciuto per la leggenda che parla del fantasma di un monaco indemoniato. Chi era costui? Si trattava di un vagabondo, giunto fino in cima all’altura per chiedere ospitalità.
Ciò che oggi versa in stato di incuria, agli inizi del 1700 era un brulicante monastero di monaci che vivevano di carità, aiutando i più bisognosi. La quiete della vita monastica fu interrotta al giungere di un giovane vagabondo, che si presentò con il nome di Giovanni.
L’arrivo di un vagabondo al convento
La già esile figura dell’uomo era resa ancora più emaciata e scarna dal lungo digiuno e dalle condizioni di vita che il ragazzo aveva affrontato negli ultimi anni. Affamato, denutrito e in fin di vita, una notte Giovanni fece l’ultimo sforzo. Salì la scala di pietra su per il pendio e bussò al portone del convento di Sicignano.
Quando il portone fu aperto, il giovane stramazzò letteralmente al suolo. Venne soccorso dagli altri monaci e condotto in una cella ma, date le estreme condizioni di salute, il priore era pronto per dargli l’estrema unzione.
Giovanni sopravvive
Fu in quell’esatto istante che il destino del convento mutò per sempre. Giovanni, infatti, si riprese e, sebbene avesse intenzione di andarsene dal convento di Sicignano, gli altri monaci lo convinsero a restare. In quel luogo trovò abiti puliti, una cella e un piatto caldo. Come poteva rifiutare?
Col passare dei giorni, Giovanni ne approfittò per sdebitarsi delle cure dei monaci aiutando nei lavori del monastero, come riparare gli oggetti, pulire l’orto e svolgendo piccole commissioni. Ben presto, gli altri monaci impararono ad apprezzarlo e Giovanni si dava da fare in cambio di vitto e alloggio.
Un nuovo monaco al convento di Sicignano
Giovanni iniziò anche a partecipare ai momenti di preghiera e si trovò così bene che nell’arco di un anno decise di prendere i voti. Purtroppo, a distanza di poco tempo la vita monastica fatta di regole e rinunce iniziò ad andargli stretta, anche se continuò su quella strada provando un profondo senso di costrizione.
Poco tempo dopo, Giovanni iniziò a mal sopportare la routine monastica e diventò irritabile e aggressivo. Un bel giorno, quella tristezza cessò di invadere il suo animo, nel momento stesso in cui vide per la prima volta una fanciulla bellissima, che stava raccogliendo delle erbe nei pressi del monastero.
Giovanni si innamorò in un istante di quella donna dai capelli scuri, tanto che cercò in qualsiasi modo di incontrarla. I due si trovarono uniti fin da subito e iniziarono a vedersi di nascosto nei sotterranei del convento di Sicignano.
La tresca viene scoperta
L’idillio durò brevemente, perché uno dei monaci si rese conto che Giovanni spesso usciva dalla sua cella di notte e seguendolo, scoprì i giovani sul fatto. Riferì tutto al priore del monastero, che decise di punire severamente i due innamorati.
Mentre la giovane, sospettata di stregoneria, fu torturata e arsa viva sul rogo, Giovanni fu rinchiuso nei sotterranei. Qui dovette udire i lamenti strazianti della sua amata senza poter intervenire.
Dopo aver trascorso un intero anno nei sotterranei, ad espiare i suoi peccati, Giovanni poté rivedere la luce del sole e tornare alla vita monastica. Qualcosa, però, in lui era cambiato per sempre a partire dal suo sguardo.
L’ombra del maligno
Il monaco si tolse persino il saio per indossare una mantella nera con il cappuccio sul capo. Era diventato silenzioso e solitario, spesso parlava da solo e gli comparve un malefico ghigno sul viso. Pensando che avesse perso il senno, anche gli altri monaci iniziarono a evitarlo.
Un giorno, iniziarono ad accadere dei fatti strani e inspiegabili, come la sparizione di alcuni monaci che avevano preso parte alla tortura alla sua amata. I sospetti andarono subito a Giovanni e si iniziò a parlare di una possessione.
Il patto con il Diavolo
Secondo gli altri monaci Giovanni, quando era rinchiuso nei sotterranei, aveva stretto un patto con il Diavolo per vendicare la morte della donna. Dubbi che diventarono convinzioni, quando alle sparizioni si aggiunsero delle morti misteriose dei monaci che avevano contribuito al supplizio della fanciulla.
Uno a uno, i monaci vennero ritrovati in situazioni drammatiche: chi impalato nell’orto, chi bruciato vivo, chi sul fondo del pozzo. Una sorte spietata che raggiunse anche il priore del monastero, trovato in cortile con il corpo smembrato.
Quando i monaci rimasero in poche decine, Giovanni si elesse priore e continuò a gestire la vita del monastero nel terrore. A quel punto fu chiaro a tutti che l’ombra del maligno si era abbassata sul luogo di culto e si stava allargando lentamente anche a Sicignano degli Albrurni.
La nascita della leggenda
Chiunque si avvicinasse al monastero faceva la stessa fine, così gli abitanti di Sicignano iniziarono a stare alla larga da quel luogo. In breve si diffuse la leggenda che ci vivesse un monaco indemoniato. Ma fu neccessaria un’altra tragedia prima che le autorità iniziassero ad indagare sul monastero.
Era una notte di pioggia e qualcuno aveva bussato alla porta del monastero. Si trattava di un nobile e di sua moglie, giunti in carrozza per chiedere ristoro per la notte durante il viaggio di nozze. Con le luci dell’alba, la carrozza entrò a Sicignano trainata dal cavallo. Il nobile era seduto a cassetta con il cranio fracassato, mentre della moglie non c’era traccia.
Quando gli ispettori arrivano al monastero, trovarono uno sparuto gruppetto di monaci, in cattive condizioni e impauriti. Essi raccontarono che il priore indemoniato aveva ucciso tutti gli altri confratelli. Dopo un veloce processo, il priore venne impiccato ad un ramo di quercia e il monastero fu abbandonato.
L’abbandono dell’ex convento di Sicignano
L’ex convento è diventato un collegio nel 1885 e un liceo dal 1926 al 1973, successivamente è rimasto disabitato e riconsegnato alla vegetazione che lentamente ne ha preso il sopravvento. Un’unica regola per gli abitanti di Sicignano: non avvicinarsi a quel luogo!
Il fantasma del monaco all’ex convento
Da quel giorno la leggenda vuole che il fantasma del monaco indemoniato non abbia lasciato il convento e continui a vagare di notte, producendo rumori di passi, sussurri, luci nei sotterranei e strani scricchiolii.
Tra i testimoni che nel corso degli anni si sono avvicinati all’ex convento, nel 1989 ci sono stati dei ragazzi. Il gruppo ha raggiunto la cima dell’altura al calar della sera ed è sicuro di aver visto la figura del monaco in piedi di fronte al monastero.
Per un attimo i ragazzi rimasero paralizzati dalla paura finché lo spettro non si mosse verso di loro, fu così che i giovani scapparono velocemente in preda al terrore. Uno di loro, aimè, si perse e si ritrovò aggrovigliato in un rovo.
Stando al racconto, il monaco lo raggiunse e gli sussurrò nell’orecchio delle frasi in una lingua sconosciuta per poi svanire nel nulla. Secondo la leggenda, al calare del sole il fantasma del monaco demoniaco si aggira nel cortile del monastero, pronto a spaventare chiunque si avvicini.
Il convento di Sicignano oggi
Oggi il monastero è in stato di abbandono, un portone sfondato lascia aperto un varco verso il cortile interno. Da qui, attraverso le finestre, si intravedono oggetti di vita quotidiana lasciati dove si trovavano.
Tra le erbacce che hanno infestato le pareti, un’ombra scura sembra ancora oggi incombere sul monastero. Potrebbe essere questo il motivo per cui nessuno, in questi anni, ha voluto prendersi cura di questo luogo e riportarlo allo splendore di un tempo?