Quando il regista Werner Herzog iniziò la lavorazione del film Fitzcarraldo, mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a tre anni da incubo: incidenti imprevisti, disgrazie e rallentamenti che avrebbero reso le riprese un vero e proprio inferno.
La pellicola Fitzcarraldo è di fatto diventata celebre per le lungaggini delle riprese e l’interminabile sequenza di ostacoli che sono costati al regista e a tutto il cast numerosi problemi. Dal primo ciak, avvenuto nel novembre 1979, il film Fitzcarraldo uscì finalmente nel 1982, dopo tre anni di disguidi.
Fin dal novembre 1979, quando Herzog dava il via alle riprese in Perù, il suo tentativo fu ostacolato da un gruppo politico a favore della tribù Aguaruna che si impegnò con tutte le forze affinché la produzione non riuscisse a lavorare. Dopo aver diffuso pessime voci sul film e aver minacciato la troupe, il primo dicembre degli indigeni armati attaccarono il campo base della produzione e li costrinsero ad andarsene. In seguito, bruciarono tutto l’accampamento.
Questo fu solo il primo di una lunga serie di problemi che avrebbero dovuto affrontare regista, attori e tecnici di produzione. Dopo circa un anno, Herzog individuò un altro luogo che gli sembrava adatto alle riprese di Fitzcarraldo, così nel gennaio 1981 tutta la troupe era pronta per ricominciare.
A quel tempo il ruolo del protagonista era affidato a Jason Robards, poi sostituito da Klaus Kinski, mentre il già famoso Mick Jagger interpretava il personaggio di Wilbur. Tutto sembrava filare liscio questa volta ma, a circa cinque settimane dall’inizio delle riprese, Robards si ammalò e gli fu impedito di continuare a presentarsi sul set.
Nel frattempo il regista, che si era visto costretto a mettere tutto in pausa in attesa di trovare un sostituto per Robards, si rese conto che quello non era il suo unico pensiero. Mick Jagger, infatti, era molto preso dal suo lavoro di musicista e decise di annullare il contratto per Fitzcarraldo. A quel punto, Herzog non aveva altra scelta se non quella di eliminare definitivamente il suo personaggio dal copione.
Quella che già sembrava una situazione inaccettabile, in effetti era solo il preludio di ciò che sarebbe accaduto a breve. Ogni giorno, infatti, si presentava un problema: incidenti, piogge improvvise e torrenziali, malintesi e ogni immaginabile ostacolo accompagnarono la pellicola fino all’ultimo ciak del 1982.
Tutta la troupe, gli attori, i tecnici e il regista, per primo, erano a dir poco demoralizzati. Se poi ci mettiamo la testardaggine di Herzog di riprodurre una vera nave che scala una montagna, allora ci avviciniamo ad una missione impossibile.
Dopo aver scartato ogni modellino in scala, il regista optò per tre imbarcazioni identiche che avrebbero evitato ulteriori stop in caso di danneggiamenti. Ma Herzog aveva voluto sfidare la sorte, perché si ritrovò con tutte e tre le navi incagliate e danneggiate. Ancora una volta le riprese di Fitzcarraldo dovevano fermarsi per alcuni mesi.
Finalmente fu possibile annunciare un nuovo ciak, ma durante la ripresa della scena sulle rapide l’operatore Thomas Mauch perse l’equilibrio e la macchina da presa gli procurò una profonda ferita alla mano.
Quando il film stava per essere terminato, Herzog aveva dimostrato di aver nervi davvero saldi ma alla domanda di un giornalista: “Cosa farai dopo Fitzcarraldo?” con sguardo pensieroso il regista ammise: “Non dovrei più fare film, dovrei andare direttamente in manicomio.”