Inizia da Galeria Antica il nostro nuovo percorso alla ricerca dei luoghi più misteriosi del Lazio. Regione ricca di storia e bellezze naturali, il Lazio è anche una regione dove abbondano i luoghi da brivido. Siamo a pochi chilometri dalla città eterna e stupisce la presenza di un borgo così suggestivo, scopriamo insieme la città perduta di Galeria.
Non sono in molti a sapere dell’esistenza di questa città perduta e chi ne ha sentito parlare ne parla come di un vecchio borgo svuotato, abbandonato e dimenticato nella vegetazione che, nel corso degli anni, ha preso il sopravvento.
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Arrivare a Galeria Antica
Una volta lasciata l’auto nei pressi di Santa Maria di Galeria, il borgo fantasma si raggiunge attraverso un piccolo sentiero sterrato completamente circondato dal bosco. Una volta saliti fino in cima allo sperone di roccia, ecco comparire i primi ruderi di quella che viene definita la città perduta. Ah, ci dimenticavamo qualcosa: il borgo abbandonato di Galeria Antica è avvolto dalla leggenda del fantasma di Senz’Affanni, un antico cavaliere in sella al suo cavallo bianco che canta alla sua amata durante le piene invernali del fiume Arrone.
Storia di Galeria Antica
La costruzione del borgo risale molto probabilmente al periodo della dominazione etrusca. Sotto all’abitato, infatti, sono state ritrovate delle tombe a camera scavate nella pietra, tipiche della civiltà etrusca. Durante il 1700, il borgo è andato incontro ad un lento spopolamento finché, a causa di un evento ancora oggi misterioso, il luogo è stato frettolosamente abbandonato nel 1800. Cosa ha causato una fuga così veloce?
Entriamo nel mistero
Ci troviamo vicini al fiume Arrone, a nord di Roma e ci apprestiamo a visitare uno dei borghi abbandonati più suggestivi del Lazio. Galeria Antica è stata dichiarata monumento naturale nel 1999 e non è difficile capirne il motivo. La città perduta, infatti, si trova immersa in una natura lussureggiante, ricca di storia e di mistero.
Entrare nel borgo fantasma di Galeria è come fare un tuffo nel passato. Tra la fitta vegetazione si scorgono ancora mura e case, alcune in discrete condizioni. Le vie del borgo sono vuote, il calpestio delle foglie è il solo rumore che interrompe il silenzio assoluto di questo luogo. L’antico borgo comprende edifici pericolanti, finestre e scale. Più avanti incontriamo il campanile, i forni e le botteghe e, appena fuori dal centro, si scorge l’antico mulino.
Camminare su questo tappeto erboso è abbastanza pericoloso, le insidie sono ovunque, strabiombi e cavità improvvise: si tratta di vecchi magazzini e probabili resti di necropoli. Il mistero che circonda il borgo nel tempo ha attirato qui appassionati di magia e sette. Nelle cavità e grotte sottostanti al borgo, infatti, si incontrano molti simboli riferibili al satanismo.
Tutto qui è rimasto intatto, come nel giorno dell’abbandono. Ma qual é il motivo che ha spinto la popolazione ad una fuga così veloce? Come dicevamo, gli abitanti hanno abbandonato tutto in fretta e furia, lasciando persino attrezzi e beni personali. Ciò che rende tutto più lugubre è che sono stati lasciati anche i morti, come si trovavano, nelle abitazioni e senza sepoltura.
Si sa che c’è stata una grave epidemia di malaria che ha decimato la popolazione, ma sembra che la fuga così repentina sia stata causata da qualcos’altro. Qualcosa che avrebbe spaventato così tanto gli abitanti di Galeria, da non avergli dato il tempo di seppellire i propri morti e raccogliere i beni più cari. I corpi in questione hanno avuto degna sepoltura solo quando sono stati scoperti, ovvero più di cinquant’anni dopo.
Ci vengono i brividi nell’immaginare la scena che si è presentata ai primi scopritori di Galeria nel 1809: un borgo completamente deserto, immobile e silenzioso con i carri ancora carichi di cadaveri e le vettovaglie ancora sulle tavole.
Il nuovo centro abitato, Santa Maria di Galeria Nuova, è stato costruito a pochissima distanza da qui e non si spiega come mai nessuno degli abitanti vi sia mai tornato per recuperare i propri beni personali. Qualcosa deve averli tenuti lontani, una paura, qualcosa di inenarrabile. Qualsiasi cosa sia successa, ormai fa parte della storia e quasi nessuno sembra averne più memoria.
Ciò che non si dimentica, invece, è la leggenda che circola da queste parti. Si dice che durante le piene invernali del fiume si avverta una voce e rumore di zoccoli: si tratterebbe del fantasma Senz’Affanni, un antico abitante del borgo morto di malaria, che vagherebbe sul suo cavallo bianco cantando per la sua amata.
Come arrivare
In Auto: arrivando da nord prendere l’Autostrada Ai/E35 direzione Bologna, seguire il raccordo E35-A1 variante FI Badia fino a Roma. Proseguire per Roma centro grande raccordo anulare e uscire a Settebagni proseguire sulla S.S.4 – A90 uscita via Cassia. Proseguire sulla S.S. 2 in direzione Viterbo e successivamente proseguire sulla S.P. 493 fino a destinazione.
Qualche assaggio
Le ricette della cucina laziale rispecchiano una tradizione casereccia, dove gli ingredienti poveri vengono abilmente composti e cucinati per far sì che si trasformino in ghiottonerie. Alcuni esempi:
La Panzanella
Frittata di patate laziali alle erbe
Cannoli di pecorino romano e caciotta
Abbacchio alla romana