Tre castelli nel savonese: Conscente, Alto e Nasino. Una gita fuori porta, in una giornata di aprile così soleggiata, è l’occasione giusta per uscire all’aria aperta. É un po’ che non ci muoviamo anche nei nostri dintorni. Ne approfittiamo per spingerci nell’entroterra e raggiungiamo la prima località che vogliamo visitare: il Castello di Conscente.

Dopo aver superato Cisano Sul Neva, lasciamo la SP582 e proseguiamo per la frazione di Conscente.

Appena possibile lasciamo l’auto e proseguiamo a piedi, il primo dei tre castelli nel savonese che visiteremo oggi è già in vista ma ci soffermiamo nel piccolo borgo medievale e lungo la strada che ci porterà a destinazione.

Posto sulla confluenza tra il fiume Neva e il rio Pennavaire, Conscente conserva ancora le sue antiche case in pietra. Arriviamo alla chiesetta di San Alessandro, che nel 1982 ha donato al museo diocesano di Arte Sacra di Albenga una pregiata tela di San Giovanni Battista.

Chiesa di San Alessandro

Quando ci voltiamo, eccolo là. In cima ad un promontorio e in ottimo stato di conservazione ci appare in tutto il suo splendore il castello di Conscente. La sua costruzione risale al XV secolo e attualmente è di proprietà privata della famiglia Costa.

castello Coscente

Arrivati in cima alla salita, purtroppo dobbiamo fermarci di fronte al cancello chiuso da un pesante lucchetto. Trattandosi di una proprietà privata, infatti, il castello di Conscente al momento non è visitabile. Ne approfittiamo per scattare un’ultima foto prima di ritornare sui nostri passi.

Vale assolutamente la pena spingersi fin qui, la vista è bellissima e il castello con la sua bella struttura sembra incastonato in una cartolina. La posizione elevata e strategica permetteva una comunicazione diretta tra il maniero e i castelli di Castelvecchio e Zuccarello.

A questo punto dobbiamo fare retro front e ritornare sui nostri passi nel borgo. Lasciamo la pace e il silenzio di Conscente e proseguiamo sulla SP 582 fino al Bivio di Martinetto, dove svoltiamo sulla SP 14 in direzione di Alto (CN).

Lungo la statale, che percorre le curve della montagna, si respira il fresco profumo del bosco accompagnati dal corso del Pennavaira.

In alcuni punti la pendenza permette il formarsi di piccole pozze di acqua limpida.

Quando giungiamo a Alto la temperatura è già scesa parecchio e, uscendo dall’auto, si avverte un fresco brivido nonostante il cielo sia ancora abbastanza sgombro.

Il piccolo comune della provincia d Cuneo conta circa 130 abitanti e dalla terrazza naturale sulla quale sorge il castello si ha il dominio completo sulla Valle Pennavaira. Questo è il secondo dei tre castelli nel savonese che vogliamo farvi conoscere: il castello dei Conti Cepollini.

Una leggera salita porta ad un altro cancello che, sarà la giornata, troviamo chiuso. Ma del resto, quando si decide di partire così, senza aver organizzato nulla, questo è normale. Quando non ci si fa illusioni, la giornata risulta sempre molto più piacevole.

Parrocchia San Michele
Arcangelo

Subito a fianco della salita al castello troviamo la parrocchia dedicata a San Michele Arcangelo del XVII secolo, con un bel altare maggiore marmoreo in stile barocco.

Dopo un altro scatto dalla scarpata scoscesa, è ora di riprendere la strada verso l’ultimo dei tre castelli nel savonese. Si tratta del castello di Nasino, o meglio dire i ruderi del castello Del Carretto.

Eccoci arrivati, il sentiero di ciottoli si fa sempre più irto mentre procediamo verso il vertice della frazione di Nasino chiamata Vignoletto.

Salendo verso la cima, sono molti gli spunti per uno scatto e, diciamola tutta, per riprendere fiato.

I borghi sono sempre affascinanti nella loro semplicità. Ciò che arriva nell’immediato è la storia che queste pietre hanno da raccontare. Purtroppo, in molti casi, ci troviamo di fronte solo a ruderi o rovine di quello che sono stati i testimoni della nostra storia. Una magnificenza che meriterebbe di essere preservata, come un patrimonio unico e inestimabile.

Eccoci in cima, sulla sinistra quel che resta del castello Del Carretto. Ci avviciniamo, tocchiamo quelle pietre immaginando il castello nel pieno del suo splendore.

Purtroppo ciò che è rimasto è davvero poco, il tetto e i divisori dei piani sono crollati. Tra il piano terra e il primo piano, nei pochi casi in cui il pavimento non è completamente collassato, si sono formati dei buchi.

A terra sono presenti le macerie, mentre in alcuni punti si riesce ancora a intravedere una decorazione, un pezzo di intonaco.

Subito sulla sinistra si entra in un vano e, appoggiato alla parete, è presente un antico portone di legno, probabilmente rimosso perché pericolante.

Nel complesso si riesce ancora a individuare l’originaria forma rettangolare della struttura e un accenno di quelle che sappiamo essere state due torri, poste ai lati.

Arrivati sul versante nord ammiriamo la vista sulla vallata e una cappella.