Il teatro Grand Guignol è una struttura abbandonata che si trova a Parigi al 20 bis della rue Chaptal e che nemmeno da vuoto smette di trasmettere inquietudine e angoscia.

Il Grand Guignol si trova a Parigi, nel bel mezzo del famoso quartiere Pigalle. Ci attende l’ex cappella di un antico monastero abbandonato, che per anni si è animata con tutte le sfumature dell’horror e della perversione. Dalle pareti dell’ex monastero, figure di angeli sembrano guardare ancora oggi con compassione verso le deviazioni umane.

Nel 1962, il Grand Guignol mise in scena l’ultimo dei suoi spettacoli macabri e violenti. Del resto i nuovi mezzi di comunicazione e la guerra avevano modificato enormemente la richiesta e i gusti del pubblico. La seconda guerra mondiale, e in particolare la Shoah, avevano dato luogo a qualcosa di ancora più tragico degli spettacoli del Grand Guignol. Qualcosa di tanto reale quanto vergognoso da fare chiudere definitivamente i battenti al teatro.

La nascita del Grand Guignol

Le Theatre du Grand Guignol (il teatro della grande marionetta) fu ideato da Oscar Metinier nel 1897, ispirandosi ad una marionetta francese che interpretava un operaio alle prese con i problemi politici.

Già dalla prima opera scelta da Metinier si può capire il genere e lo stile teatrale che vorrà seguire. Il suo continuo indagare l’animo umano portò il drammaturgo a rappresentare gli emarginati della società: prostitute, criminali, truffatori e saltimbanchi di ogni genere.

Nel 1898 la direzione del Grand Guignol fu assegnata a Max Maurey, il quale apportò il suo personale tocco horror servendosi della penna dello scrittore André de Lorde, soprannominato Il principe del terrore.

Con De Lorde, Maurey introdusse un’analisi sull’insanità mentale e i suoi risvolti macabri mettendo in scena le perversioni e le ossessioni maniacali dell’uomo moderno. Al Grand Guignol la trama degli spettacoli si basava su atti di violenza efferata, con mutilazioni sadiche e una costante, la pulsione erotica, che faceva da cornice.

Il pubblico assisteva inquieto, nella penombra della sala, a caricature grottesche di uomini-assassini, cimiteri e apparizioni di fantasmi. Una delle opere più agghiaccianti andata sul palco del Grand Guignol si basava su un fatto di cronaca realmente accaduto. Il Sergente Bertrand era un uomo esistito realmente negli anni ’40 e arrivato sui giornali di cronaca per via della sua curiosità maniacale per i cadaveri.

Nel suo agire perverso e insano, il Sergente Bertrand dissotterrava i cadaveri dai cimiteri parigini, li mutilava e mangiava parti di quei poveri corpi. Si trattò di un genere teatrale che non solo prese piede, ma che si diffuse in tutta Europa. Il pubblico assisteva estasiato, al sicuro sul proprio seggiolino, alle fosche avventure che gli si palesavano di fronte.

Camille Choisy fu direttore del Grand Guignol tra il 1914 e il 1930, anni in cui il teatro raggiunse il culmine del successo, grazie anche ad un investimento sull’equipe, sui costumi e sugli effetti speciali. Protagonista indiscussa di quegli anni fu l’attrice Paula Maxa (1892-1970), che divenne famosa come La donna più assassinata del mondo. L’attrice, infatti, sul palcoscenico subì la morte almeno 30.000 volte, il suo stile prevedeva una recitazione fatta di gesti eccessivi, grida, occhi sporgenti e simulazione di un attacco nervoso.

Per stare seduti di fronte al palco del Grand Guignol ci voleva uno stomaco forte e sangue freddo. Nonostante tutto, però, ogni sera capitava a qualche spettatore di sentirsi male o svenire, per questo motivo la compagnia teatrale assunse un medico fisso in sala per fare fronte alle emergenze.

A contribuire alla fama del Grand Guignol contribuiva anche il senso di inquietudine trasmesso dalla struttura stessa del teatro in veste di ex monastero abbandonato, con il suo passato e l’enorme divario e contrapposizione tra la quiete sommessa di un luogo di culto e l’infernale rappresentazione di un sadismo contorto. Il tutto all’interno dello stesso edificio ma in due momenti storici diversi e lontani.

Dal 1930 al 1937 il Grand Guignol fu diretto da Jack Juovin, il quale licenziò la famosa Paula Maxa e si concentrò invece su ormai scontate e ridondanti scene horror già passate, che portarono alla definitiva chiusura del teatro nel 1962.

Chiudeva i battenti un teatro che aveva saputo dare ai suoi spettatori emozioni, sebbene interpretate da una lente a volte lugubre a volte eccessiva e discutibile, ma certamente emozioni forti.