I fantasmi di Palazzo Sansevero

I fantasmi di Palazzo Sansevero sono delle presenze che da secoli fanno parlare i napoletani e non solo. Siamo nel cuore della città partenopea, dove si trova un edificio del cinquecento che secoli orsono è stato scenario di fatti inquietanti.

Ancora oggi, all’interno dello stabile avverrebbero delle stranezze tali da alimentare la leggenda di uno spettro che abiterebbe il Palazzo Sansevero. Si tratterebbe del fantasma di Maria d’Avalos, assassinata nel 1590 perché accusata di tradimento dal marito.

Nei pressi di Piazza San Domenico si udirebbero delle urla strazianti provenire da Palazzo Sansevero.

La morte di Maria d’Avalos

È la notte del 18 ottobre del 1590. All’interno di Palazzo Sansevero tirava un’aria tesissima e si stava per compiere uno dei delitti più efferati della tradizione napoletana.

Il giorno prima, Carlo avvisò la moglie che si sarebbe allontanato da Palazzo per qualche giorno e Maria cadde subito nella sua rete. Infatti, ne approfittò subito per invitare il suo amante Fabrizio.

Scoperta la tresca, Carlo ordinò a tre sicari di ucciderli entrambi. Si trattò di un delitto d’onore, commissionato dal marito Carlo Gesualdo, principe di Venosa, per lavare con il sangue l’onta del tradimento della moglie Maria con il duca d’Adria Fabrizio Carafa.

Dopo l’assassinio della moglie Maria D’Avalos e del suo amante, i corpi sarebbero stati esposti, nudi, all’ingresso del Palazzo Sansevero. Ad aggiungersi alla crudeltà del gesto, sembra ci sia stato l’oltraggio al corpo esanime di Maria da parte di un monaco domenicano.

Rimasto solo, per paura della vendetta della famiglia dei Carafa, Carlo Gesualdo si rifugiò nel castello omonimo del suo feudo, dove visse una vita segnata da un profondo senso di colpa.

Questo non gli impedì, comunque, di perseverare nel suo delirio facendo uccidere il figlio avuto con Maria, credendo che assomigliasse di più al suo rivale in amore.

I fantasmi di Palazzo Sansevero: Maria D’Avalos

Chi è il fantasma di Palazzo Sansevero? Si tratterebbe dello spettro di Maria D’Avalos, che vagherebbe ogni notte nelle strade buie di piazza San Domenico.

L’oscura presenza, sospesa in un dolore eterno, sarebbe vestita con abiti succinti, i capelli mossi dal vento e lo sguardo perduto alla ricerca del suo amato.

In occasione dell’anniversario della sua morte, il 18 ottobre, si udirebbero delle urla strazianti provenire dall’interno del Palazzo e, in particolare, dalla stanza dove si consumò l’orrendo gesto.

Nel 1889 avvenne il crollo di un’ala dell’edificio, fatto che venne subito messo in relazione al crudele assassinio. Infatti, secondo la leggenda, a seguito del massacro, sia il palazzo che tutti i suoi abitanti sarebbero stati maledetti fino alla settima generazione.

I fantasmi di Palazzo Sansevero: Raimondo de Sangro

Durante il XVIII, il Palazzo Sansevero passò nelle proprietà della famiglia Sangro e, in particolare, di Raimondo de Sangro, il quale curò personalmente la ristrutturazione, che prevedeva la cancellazione di qualsiasi segno ricordasse il tragico episodio.

Chi era costui? Si trattava di una mente eccelsa, un chimico, filosofo e alchimista, che ha dato un grande contribuito con le sue ricerche in campo scientifico. Tra le sue invenzioni macchine idrauliche e pirotecniche.

Basti pensare che il Comune di Napoli, in occasione dei trecento anni dalla sua morte, gli ha dedicato un’epigrafe sulla facciata del Palazzo:

«In questo palazzo visse, operò, morì Raimondo De Sangro VII Principe di San Severo (1710-1771), letterato, mecenate, inventore nella Napoli dei primi lumi, ingegno straordinario, celebre indagatore dei più reconditi misteri della natura».

La sua morte è raccontata in modo fantasioso da Benedetto Croce:

Quando sentì non lontana la morte, provvide a risorgere, e da uno schiavo moro si lasciò tagliare a pezzi e ben adattare in una cassa, donde sarebbe balzato fuori vivo e sano a tempo prefisso; sennonché la famiglia cercò la cassa, la scoperchiò prima del tempo, mentre i pezzi del corpo erano ancora in processo di saldatura, e il principe, come risvegliato nel sonno, fece per sollevarsi, ma ricadde subito, gettando un urlo di dannato“.

Il principe di Sansevero, nonché duca di Torremaggiore è conosciuto dal popolo napoletano semplicemente come il Principe. È grazie ai racconti popolari che ancora oggi sopravvive il ricordo del Principe di Sansevero.

Racconti che purtroppo ogni tanto ricoprono la figura dello scienziato con un velo impercettibile di perversione.

Sarà la fantasia stravagante del popolo, oppure un giudizio critico che non riesce ad andare oltre a qualcosa che non era in linea con l’epoca, fatto sta che il personaggio del principe di Sansevero è stato spesso abbinato ad artifizi e oscuri esperimenti.

Di fatto, dobbiamo menzionare la presenza, nei sotterranei della Cappella, di due cadaveri. Si tratta delle Macchine anatomiche, ovvero degli scheletri, uno di uomo e l’altro di donna incinta, in posizione eretta, ai quali è stato letteralmente eliminato l’involucro esterno.

Ciò che è rimasto, vene e arterie, è stato metallizzato e conservato per l’eternità. Delle Macchine anatomiche, che vennero realizzate dal medico Giuseppe Salerno, quella maschile fu acquistata nel 1756 da Raimondo di Sangro e quella femminile venne da quest’ultimo commissionata al medico, ormai alle dipendenze del Principe.

Ancora oggi ci si chiede come sia stato possibile realizzare queste inquietanti figure. Sia i materiali, che i procedimenti non sono chiari, si pensa che potrebbe essere stata iniettata una sostanza nei vasi sanguigni per procurare la metallizzazione.

In una nota, Benedetto Croce racconta che secondo la credenza popolare Raimondo di Sangro:

fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene“.

Secondo alcune voci, l’esperimento sarebbe stato effettuato mentre i due malcapitati erano ancora vivi, teoria che però sembra sia stata fermamente smentita.

Di fronte al Palazzo, spesso i passanti si fanno il segno della croce, tanto per trovare una sorta di protezione dai malefici del diabolico personaggio.

Ci sarebbero state numerose apparizioni del fantasma di Raimondo de Sangro nei pressi della Cappella e all’interno del Palazzo.

In alcune notti dell’anno, come la Pasqua e il Natale, la Cappella sembrerebbe animarsi con una luce improvvisa, mentre tutt’attorno si diffonde un intenso odore di incenso e si ode chiaramente il suono dell’organo suonato da mani sconosciute.

All’interno del Palazzo Sansevero sarebbero stati uditi invisibili passi di stivali, salire per una scala dietro la sagrestia, mentre all’esterno molte persone affermano di aver percepito il tintinnio della carrozza del principe, fermarsi di fronte al portone con tanto di scalpitio dei cavalli.

Che si tratti di racconti fantastici o realtà, questi sono i fantasmi di Palazzo Sansevero.