Indagine paranormale al Castello dei d’Alessandro
Torniamo indietro con la memoria al 2018. È un caldo fine luglio e il sole sta per tramontare sulle antiche pietre del Castello dei d’Alessandro a Pescolanciano (Molise). Le mura medievali sono avvolte nel silenzio e sembrano custodire gelosamente le memorie e i segreti del passato. Pronti per avvertire i primi brividi della notte insieme al GIAP e alla loro indagine paranormale?
Fenomeni paranormali al castello dei d’Alessandro
Il castello dei d’Alessandro è da decenni al centro dell’attenzione per via degli strani fenomeni che si registrano al suo interno: ombre che attraversano i corridoi, telefoni che squillano da soli, lampi improvvisi di luce e rumore di passi nel cortile vuoto. Questi fenomeni, e altri ancora, sono stati analizzati dal Gruppo Investigativo Attività Paranormali (GIAP), con risultati sorprendenti.
Una notte con il GIAP al castello dei d’Alessandro
È il 28 luglio 2018 e il team di Roma ha il permesso per un’indagine notturna completa. Tutto è pronto per iniziare le indagini paranormali, il GIAP è affiancato anche da alcuni eredi della famiglia d’Alessandro e da guide locali. Oltre a loro, numerosi tecnici del suono, operatori esperti in metodi scientifici e sensitivi. Quando il gruppo varca i portoni del maniero al tramonto, le indagini hanno inizio, vengono abbassate le luci, isolati gli ambienti e disposti tutti gli strumenti (termometri, registratori, geofoni, EMF e videocamere a infrarossi).
“Non si trattava di fare spettacolo”, racconta Mauro, responsabile tecnico del GIAP. “Abbiamo applicato un protocollo preciso, scientifico. Ogni rilevazione è stata registrata, ogni dato confrontato.”
L’indagine paranormale punto per punto
Ore 21:30. La squadra spegne tutte le luci non essenziali. Il castello viene diviso in zone: la corte interna, il salone dei ritratti, la biblioteca, le stanze nobiliari. La notte può cominciare.
Ore 23:15 – Passi nel cortile
Nel silenzio assoluto, alle 23:15 tre operatori posizionati nella sala degli stendardi odono distintamente passi ritmati su pietra, come stivali pesanti. Il cortile però è vuoto. La telecamera IR rivela che in quel momento non c’era alcun movimento umano. Riascoltando l’audio, i passi si sentono chiaramente. In sala controllo, il tecnico esclama: “È come se qualcuno stesse facendo la ronda”.
Ore 00:47 – Voce femminile
Nel salone principale, un microfono capta un suono debole ma chiaramente umano: una voce femminile sussurra una parola sola. Alcuni la interpretano come “Carisia”, altri “Curatia”. Nessuno del team ha parlato in quel momento.Il nome non è associato a nessun documento noto. Ma nel registro battesimale del paese, un nome simile compare… datato 1602.
Ore 01:12 – Il blocco del sensitivo
Durante l’esplorazione della biblioteca, la sensitiva Federica si ferma di colpo. “Qualcosa mi stringe il petto. Come se volesse farmi tacere.” Al contempo, gli strumenti rilevano un picco EMF e un repentino calo della temperatura di quasi 4 gradi. Non è la prima volta che un sensitivo ha reazioni fisiche nel castello. In passato, una medium aveva perso conoscenza per alcuni minuti.
Risultati dell’indagine al castello dei d’Alessandro
Dopo le lunghe ore di registrazioni, il GIAP ha raccolto quanto segue:
- Audio anomali: passi, sussurri, un suono metallico ripetuto.
- Fluttuazioni ambientali: variazioni di temperatura e picchi EMF localizzati.
- Reazioni soggettive intense: tensione, disagio, blocchi fisici.
Non ci sono prove definitive di una “presenza intelligente”, ma il team conclude: “Il castello sembra essere sede di fenomeni residuali: memorie energetiche, impronte emotive che si riattivano in condizioni particolari.”
Testimonianze
Stefano d’Alessandro, erede: “Una notte, ospite nel castello, ho sentito qualcuno camminare accanto al mio letto. Ma quando ho acceso la luce… ero solo.”
Federica, sensitiva:“C’è qualcosa lì, nel silenzio. Qualcosa che non vuole essere dimenticato.”
Mauro (GIAP): “Il mistero non sta nei fantasmi, ma nelle tracce che la vita lascia nei luoghi. Il Castello di Pescolanciano è uno di questi.”
Il Castello dei d’Alessandro non urla, non lancia oggetti, non mostra figure spettrali in posa per la videocamera. Ma qualcosa accade, e accade sempre nello stesso modo: suoni, temperature, sensazioni che tornano ciclicamente. Come una ferita del tempo che si riapre. Visitare questo luogo non è soltanto fare turismo. È ascoltare un’eco. E a volte, se si sta in silenzio abbastanza a lungo… quella voce risponde.