Tra i crittogrammi più misteriosi, l’iscrizione O.U.O.S.V.A.V.V. è forse tra quelle che tolgono il sonno agli esperti. Quella di Shugborough Hall è composta da otto lettere, scolpite tra la D e la M nel Monumento del Pastore del XVIII secolo, che si trova nel territorio dello Staffordshire (Inghilterra).

La misteriosa sequenza, posta sotto l’immagine di un’opera speculare a I Pastori di Arcadia (Nicolas Poussin) si è prestata a numerose interpretazioni, sebbene ad oggi resti irrisolta e sia considerata come uno dei crittogrammi irrisolti più famoso al mondo.

Sul significato delle misteriose lettere si allunga anche l’ombra del Priorato di Sion, di cui Poussin sembra fosse membro secondo gli autori de Il Sacro Sangue e il Sacro Graal (Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln).

Dove si trova l’iscrizione O.U.O.S.V.A.V.V.

L’iscrizione O.U.O.S.V.A.V.V. si trova a Shugborough Hall, residenza in stile neoclassico situata nel circondario del villaggio di Great Haywood (Staffordshire), risalente alla fine del 1600 e dimora storica della famiglia Anson, conti di Lichfield.

La tenuta, che oggi è di proprietà del National Trust, custodisce la famosa iscrizione, che sebbene sia stata studiata da uno scienziato come Charles Darwin e da uno scrittore come Charles Dickens, ad oggi resta inviolato.

Il monumento

Commissionato da Thomas Anson (membro del Parlamento britannico), il Monumento del Pastore fu costruito tra il 1748 e il 1756. Si presenta con un portico con due colonne doriche. Al suo interno, un arco rustico racchiude il sollievo dello scultore fiammingo Peter Scheemakers, copia del dipinto di Poussin che riproduce la scena di una donna e tre pastori, due dei quali indicano una tomba.

Sulla tomba è scolpita la frase latina Et in Arcadia Ego, mentre al di sotto del rilievo compare la misteriosa iscrizione, suddivisa in due righe. Sulla prima riga compaiono le lettere O.U.O.S.V.A.V.V., simbolicamente racchiuse all’interno delle lettere della riga inferiore: D e M (usate sovente sulle tombe romane).

Teorie sull’iscrizione O.U.O.S.V.A.V.V.

Anni e anni di studi ed esperimenti hanno portato alla formulazione di molte teorie, tra le più disparate ovviamente. Una di questa vuole che le otto lettere della prima riga altro non siano che una dedica di George Anson alla moglie defunta.

Infatti, Oliver Stonor, romanziere e letterato inglese, nel 1951 ipotizzò che l’iscrizione O.U.O.S.V.A.V.V. altro non fosse che le iniziali della frase latina Optimae Uxoris Optimae Sororis Viduus Amantissimus Vovit Virtutibus (Migliore delle mogli, Migliore delle sorelle, un devotissimo vedovo dedica questo alle tue virtù).

Questa traduzione, particolarmente gradita a Shiela Lawn (ex dipendente di Bletchley Park) non è stata apprezzata da molti, che mettevano in dubbio l’utilizzo delle regole latine. Una differente interpretazione è quella di Steve Regimbal che recita: Oratore Ut Omnia Sunt Vanitas Ait Vanitas Vanitatum (Vanità delle vanità, dice il predicatore; tutto è vanità).

Seguendo il riferimento del versetto biblico di Giovanni (14: 6): Ego sum Via et Veritas et Vita (“Io sono la via, la verità e la vita”), il letterato e linguista Keith Massey propone l’inizialismo come Oro Ut Omnes Sequantur Viam Ad Veram Vitam (Prego che tutti possano seguire la Via della Vera Vita).

Lo storico e ricercatore inglese A.J. Morton ha osservato che alcune delle lettere misteriose corrispondono alle iniziali dei nomi di molti residenti di Shugborough all’inizio del XIX secolo e propone questa interpretazione: Orgreave United con Overley e Shugborough, il visconte Anson Venables Vernon.

Secondo George Edmunds, autore del libro Anson’s Gold, la famosa iscrizione sarebbe la codifica della latitudine e longitudine per identificare il punto esatto di un’isola misteriosa sulla quale il fratello di Anson, Admiral George Anson, avrebbe seppellito il tesoro spagnolo.

Le teorie si aggiungono di anno in anno, mentre a Shugborough Hall ammettono di essere sempre più scettici sulle ipotesi. Un portavoce ha infatto riferito: “abbiamo cinque o sei persone a settimana che pensano di aver risolto il codice, quindi ora siamo un po’ diffidenti“.