Foresta di AokigaharaForesta di Aokigahara

La Foresta di Aokigahara, conosciuta anche con il nome di “Foresta dei Suicidi” si estende ai piedi del Monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi, in Giappone. Si tratta di una vasta distesa di conifere, arbusti e cipressi che crescono su un terreno lavico abbastanza impervio.

È per questo che i visitatori vengono ammoniti dall’uscire dai sentieri segnati.Un altro ammonimento che il visitatore incontra durante il cammino è quello di evitare di togliersi la vita. Sì, avete capito bene, perché la foresta di Aokigahara è tristemente nota per il numero di suicidi che si sono perpetrati negli anni.

La triste nomea di questo luogo è dovuta ad una serie di suicidi, una media di circa 30 suicidio all’anno. Ci sono stati degli anni in cui i casi si sono più che raddoppiati, come i 105 del 2003, i 108 del 2004 e i 247 tentati suicidi del 2010.

Basti pensare che questo luogo si trova al secondo posto, dopo il Golden Gate Bridge in California, dei posti scelti per compiere questo gesto.Secondo la BBC, a partire dagli anni ’50 i suicidi registrati sarebbero stati ben 500.

Il mese con l’attività più intensa si verifica nel mese di marzo, che coincide con il periodo della dichiarazione dei redditi, facendo protendere per l’ipotesi che i gesti estremi siano dettati da problemi economici.

Dal 1970 è presente una speciale ronda, formata da poliziotti, che hanno il compito di sorvegliare la foresta e recuperare i corpi delle vittime.

Ma quali sono le cause che spingono le persone al suicidio proprio qui? Secondo alcune teorie la foresta sarebbe influenzata da demoni, mentre altri credono che il sottosuolo sia ricco di ferro, in grado di interferire con le bussole e far perdere i visitatori.

Per questo motivo molti escursionisti si premuniscono di spago per segnare il percorso.Secondo altre teorie ancora, la foresta sarebbe segnata da una maledizione in grado di attirare le persone più sofferenti e fragili per inghiottirle nella propria boscaglia.

Una credenza popolare che è stata ripresa anche da Seicho Matsumoto nel 1960 con il suo romanzo Kuroi Jukai. Il giallo parla della drammatica morte tramite suicidio di due amanti proprio nella foresta di Aokigahara.