C’è una maledizione che riguarda Deadliest Catch, il docu-reality americano, prodotto dalla Original Productions per Discovery Channel che va in onda dal 2005. Il programma, trasmesso in 150 paesi, narra la vita a bordo dei pescherecci di granchio reale e granseola artica al largo del Mare di Bering.
I sei pescherecci, in partenza dal porto di Dutch Harbor nelle Isole Aleutine, devono purtroppo condividere la fama del programma con l’ombra inquietante della maledizione. E non parliamo delle difficoltà a bordo, le tempeste violente nelle gelide acque del Mare di Bering, con venti a 60 nodi e le onde gigantesche.
Parliamo invece delle numerose morti avvenute tra i protagonisti del cast al di fuori delle riprese.
Sì, infatti. Perché se è vero che gli equipaggi dei pescherecci (Cornelia Marie, Saga, Brenna A, Northwestern, Summer Bay, Wizard) rischiano la vita sul ponte spazzato dal vento durante le tempeste in mare, è anche vero che dalla messa in onda ad oggi molti dei protagonisti del reality sono andati incontro ad una morte improvvisa quanto prematura.
E da qui a parlare di maledizione, lo sappiamo, è un attimo. In fondo, la storia di questo equipaggio e ciò che succede nella vita di queste persone è ancora un mistero. Si tratta di uomini giovani, in piena forma fisica, che hanno perso la vita nei modi più impensabili.
Una delle prime tragedie che ha coinvolto il reality è avvenuta nel gennaio 2010, quando il capitano della Cornelia Marie, Phil Harris, fu stroncato da un ictus a 53 anni, mentre il peschereccio si trovava nel porto di Saint Paul Island (Alaska).
Sebbene l’attacco non sia stato mortale, Phil si è ripreso per breve tempo, ma in seguito è morto per emorragia intracranica il 9 febbraio 2010. Phil Harris era il capitano del Cornelia Marie e il malore è stato filmato e inserito nell’episodio di quella è poi diventata una puntata tragica.
Sempre nel 2010, Keith Anderson è stato dato per disperso durante una banale passeggiata nei boschi. Le ricerche non portarono a rintracciare l’uomo nei mesi successivi, il cadavere è stato ritrovato solo dopo circa due anni. Un’altra tragedia era appena successa nella famiglia, l’anno prima era deceduta la figlia Cheslea Dawn per una polmonite a soli 37 anni.
A distanza di un solo anno, la quiete di Deadliest Catch è stata nuovamente scombussolata con la morte di un altro protagonista del reality.
È il 21 febbraio 2011, quando Justin Tennison, pescatore semplice e membro dell’equipaggio del Time Bandit, è deceduto nel sonno in una camera d’albergo in Alaska a soli 33 anni.
Pochi anni di tregua ma eccoci al 2015, un anno particolarmente triste per la maledizione di Deadliest Catch. È nell’agosto 2015, infatti, che il capitano Tony Lara viene trovato morto, probabilmente per un infarto sopraggiunto nel sonno all’età di 50 anni. Nello stesso anno perde la vita anche il 25enne Joe McMahon, uno dei produttori del reality, ucciso a colpi di pistola da un ex compagno di scuola per motivi poco chiari.
Altro dramma di una sorte infausta è quello accaduto nel 2018, quando Blake Painter, 38 anni, dopo essere sparito dalla circolazione da qualche giorno, è stato ritrovato privo di vita nella sua casa in Oregon.
Anche il 2020 è stato un anno maledetto per le sorti dei protagonisti di Deadliest Catch. Sono ben due le persone legate al reality che hanno perso la vita in modo inatteso. Uno è Mahlon Reyes, 38 anni, uno dei personaggi più amati dai telespettatori.
Il pescatore è deceduto nel mese di luglio a causa di un collasso cardiaco, sebbene i controlli medici avevano garantito la sua perfetta salute.
Nel mese di dicembre 2020, invece, è stata la volta del 33enne Nick McGlashan, trovato morto in una camera d’albergo a Nashville, probabilmente a causa di problemi con la droga.
La vita di ben otto membri dell’equipaggio, tutti molto giovani, morti a distanza di così poco tempo. Cosa dire, solo semplici coincidenze? Ricordiamo che il reality, da quella prima puntata del 2005, ha al suo attivo ben sedici stagioni, oltre 15 premi Emmy e una lunga schiera di fan.