La maledizione di Tutankhamon è forse una tra le maledizioni più famose nella storia, sicuramente una delle più antiche. E quando si parla di Faraoni dell’antico Egitto, nell’immaginario collettivo spunta il volto e la maschera funeraria di Tutankhamon, il Faraone bambino.
A cosa dobbiamo una fama così grande, considerando che Tutankhamon morì giovanissimo? Probabilmente il suo prezioso corredo funebre, rinvenuto pressoché intatto, che ha dato materiale sufficiente ai ricercatori per conoscere meglio la civiltà straordinaria alla quale apparteneva.
Ma a fare davvero la differenza è stata senza dubbio la leggenda che si è creata intorno alla figura di Tutankhamon, ovvero la maledizione del Faraone, che ha punito chiunque abbia violato il suo luogo di sepoltura.
L’origine della maledizione del Faraone Tutankhamon nasce con la morte di Lord Carnarvon, seguita da una serie di fatti sospetti che in molti hanno giudicato pilotati a fini di lucro.
Una scoperta incredibile
La scoperta della tomba di Tutankhamon fu una scoperta archeologica sensazionale. Tutto iniziò con una frase, che di lì a poco sarebbe entrata nella storia:
“Vedi qualcosa?”. “Sì, vedo cose meravigliose. Oro, ovunque il luccichio dell’oro!“
È il 4 novembre 1922 quando l’archeologo Carter segue i gradini della tomba già nota di Ramses VI e si trova di fronte ad una porta di pietra che conduce ad una stanza vuota. Carter è caparbio e sicuro che oltre quella stanza ci deve per forza essere un’altra stanza. E così, finalmente, il 29 novembre Carter e la sua squadra si trovano di fronte ad un altro accesso.
È lo stesso Carter a praticare un foro e guardare dentro: una grandiosità degna di un re: più di 5mila oggetti preziosi, tra cui statue d’oro raffiguranti animali e divinità, cofani, gioielli, carri, arnesi, un trono e i vasi che custodivano gli organi estratti da Tutankhamon durante la mummificazione.
La camera funeraria dove riposa il Faraone viene raggiunta solo nel febbraio del 1923 e le meraviglie non sono ancora finite: il sepolcro è formato da ben quattro involucri a matrioska con all’interno un sarcofago in oro massiccio del peso di 110 chili d’oro.
Con grande sorpresa di tutti, la tomba di Tutankhamon è già stata violata, i sigilli infatti sono rotti ma, chiunque fosse stato lì prima di Carter, non era riuscito a commettere il furto e aveva richiuso il sepolcro.
La mummia del giovane re indossa un ricchissimo corredo di gioielli preziosi, compresa una maschera funeraria d’oro e lapislazzuli.
Chi era Tutankhamon
Chi c’era dietro a quella maschera funebre? Tutankhamon fu il dodicesimo faraone della XVIII dinastia e visse tra il 1341 e il 1323 a.C. Il giovane Tutankhamon, nome che significa immagine vivente di Amon, divenne faraone a soli 9 anni. Fu un regno molto breve, la sua morte infatti avvenne intorno ai 20 anni.
Inizialmente gli esperti pensarono si fosse trattato di un assassinio politico, ma le successive TAC alla mummia (2005) rivelarono la presenza di una frattura al femore, che avrebbe potuto causare un’infezione e del morbo di Kohler che potrebbe essere stato la causa di una necrosi ossea.
La maledizione di Tutankhamon
L’intenzione degli antichi egizi era quella che i corpi, sapientemente imbalsamati, si preservassero e riposassero per l’eternità. Una tomba, specialmente se si trattava di un Faraone, non doveva essere profanata.
Quali conseguenze erano previste nel caso qualcuno avesse la tentazione di disturbare il sonno eterno dei Faraoni? È qui che entra in gioco la maledizione, una credenza che in molti credono inventata ad hoc per rendere ancora più affascinante la scoperta archeologica.
Che si tratti di una trovata giornalistica o meno, la leggenda vuole che sulla tomba del Faraone ci fosse una scritta: “La morte verrà su agili ali per colui che profanerà la tomba del Faraone“. Purtroppo, non ci sono prove dell’esistenza di questa citazione.
Com’è nata la leggenda della maledizione di Tutankhamon?
Sembra che il tutto sia iniziato con la morte improvvisa del canarino di Howard Carter il giorno stesso dell’apertura della tomba. Il volatile fu sbranato da un cobra, simbolo di protezione per i Faraoni.
Di lì a breve ci fu la morte improvvisa di Lord Carnarvon. George Herbert, conte di Carnarvon era appassionato di egittologia e il suo fortunato incontro con Howard Carter gli permise di partecipare alla spedizione.
La sua morte fu improvvisa, il 5 aprile 1923, quattro mesi dopo l’apertura della tomba ma prima che venisse aperto il sarcofago di Tutankhamon e che la sua mummia fosse sottoposta all’autopsia.
La gente comune, ma soprattutto i giornali, non aspettavano altro che accadesse qualcosa di sensazionale e non furono delusi. La morte di Lord Carnarvon, così come quella precedente del suo canarino, furono subito associate alla maledizione di Tutankhamon.
Tra le ipotesi formulate circa la morte di Carnarvon, l’idea dell’autore di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, fu che “la causa immediata della sua morte fu la febbre tifoide, ma questo è il modo nel quale gli ‘elementi’ che proteggevano la mummia potrebbero agire“.
Per ‘elementi‘ Doyle intendeva le maledizioni poste a difesa della mummia del Faraone? In realtà sembra che il conte fosse stato punto da un insetto qualche mese dopo la scoperta, ma i trattamenti con tintura di iodio non ebbero nessun effetto e la ferita provocò un’infezione trasformatasi poi in una polmonite che lo uccise a 57 anni.
I giornali seguivano le vicende e ciò che accadeva nella Valle dei Re e non perdevano occasione per marchiare come sensazionale anche il più piccolo dettaglio. Fu così che finirono in prima pagina, associati alla maledizione di Tutankhamon, tutta una serie di fatti, come gli improvvisi blackout di corrente al Cairo, la morte del cane del conte avvenuta in Inghilterra nello stesso momento del suo padrone e una misteriosa macchia comparsa sulla guancia della mummia nel punto esatto in cui Carnarvon fu punto dall’insetto.
Un’invenzione pubblicitaria
Sono in molti a pensare che in effetti, il discorso della maledizione di Tutankhamon, non fu altro che un’invenzione pubblicitaria per scopi di lucro che non una vera dannazione. Basta osservare la data di morte della maggior parte delle persone che presero parte alla scoperta e all’apertura del sarcofago per notare che le morti sopraggiunsero dopo molti anni dai fatti e non in giovane età.
Egizi e mondi extraterrestri
Se la maledizione di Tutankhamon fu una trovata giornalistica ben orchestrata, o semplici coincidenze come vogliamo credere, c’è qualcosa di molto più interessante che riguarda la tomba del Faraone.
Dalle analisi, si scoprì infatti che uno dei due pugnali ritrovati sulla mummia non era d’oro, ma di un materiale molto più prezioso. Lo studio condotto utilizzando la fluorescenza dei raggi X, confermò che si trattava di una lega di ferro e nichel proveniente da un meteorite.
Sul pettorale del faraone era presente una particolare pietra a forma di scarabeo, proveniente dall’esplosione di una cometa di ghiaccio milioni di anni fa. Alcuni componenti del corredo funerario di Tutankhamon portavano quindi la prova di un contatto, di qualsiasi tipo, con lo spazio.
Quanti misteri nasconde ancora l’antico Egitto? È come se il fato ricoprisse con uno strato di sabbia avvenimenti accaduti oltre tremila anni fa, forse per proteggerli o per riconsegnarli al passato.