Le mummie sono spesso associate alle credenze sulle maledizioni, una per tutte è la mummia di Tutankhamon, che dopo la sua scoperta causò una ventina di morti sospette. Questa volta parliamo di un ritrovamento molto più recente, la mummia di Ötzi, dietro alla quale ci sarebbe una maledizione che avrebbe causato la morte di 8 persone.
Il cadavere mummificato di un uomo fu ritrovato sulle Alpi dell’Ötztal nel ghiacciaio di Schnalstal il 19 settembre 1991. A fare la straordinaria scoperta furono due turisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, mentre erano impegnati in un’escursione sul Passo Hauslabjoch a oltre 3000 metri di quota.
Possiamo immaginare lo stupore della coppia, che si trovò di fronte a una parte del corpo mummificato che spuntava dal ghiaccio. Erano ignari di aver fatto una scoperta sensazionale, un uomo mummificato e conservato dai ghiaccio per oltre 5mila anni.
La scoperta, unica nel suo genere, portò alla luce una mummia di un uomo di circa 46 anni dell’Età del Bronzo. Il corpo era coperto con indumenti di pelliccia, scarpe in pelle e aveva con sé arco e frecce. La mummia è stata datata tra il 3350 e il 3100 a.C. Dalle analisi sul corpo di Ötzi si scoprì che l’uomo probabilmente era in fuga ed era stato ferito a morte.
Sorprendentemente, sul corpo di Ötzi furono trovati oltre 50 tatuaggi, disposti sulle linee meridiane, quelle usate dalla tecnica dell’agopuntura cinese. Grazie al contenuto del suo sacco, che conteneva anche funghi, si pensò ad uno sciamano.
La maledizione di Ötzi
La mummia di Ötzi sembra protetta da una maledizione, un sortilegio che ha potuto liberarsi e causare le sue vittime dopo ben 5mila anni sotto ai ghiacci. La prima vittima della maledizione della mummia di Ötzi fu il patologo legale dell’Università di Innsbruck che toccò per primo il corpo di Ötzi e in seguito lo analizzò. Si chiamava Rainer Henn e morì a 64 anni a seguito di un incidente stradale nel luglio 1992 mentre si dirigeva ad una conferenza dove avrebbe presentato i risultati delle ricerche sulla mummia.
L’anno dopo fu la volta di Kurt Fritz, uno scalatore esperto, che aveva guidato la spedizione per il recupero della mummia di Ötzi, tra cui era presente anche il medico legale Rainer Henn. L’uomo morì a soli 52 anni a causa di una valanga di cui fu l’unica vittima. Ci sono pareri discordanti e il suo nome non compare nella lista delle vittime della maledizione della mummia di Brenda Fowler, dal titolo Iceman.
La terza vittima della maledizione della mummia fu un certo Rainer Hoelzl, un giornalista di 47 anni che aveva filmato un documentario della rimozione della mummia di Ötzi dal ghiaccio. L’uomo si ammalò di una misteriosa malattia che lo portò alla morte nel 2004, circa undici anni dopo il ritrovamento della mummia.
Nel 2004 morì anche Helmut Simon, l’uomo che insieme alla moglie aveva fatto la scoperta della mummia. Simon fu la quarta vittima della maledizione e la sua morte è legata ad un fitto mistero. In sostanza, l’uomo aveva intrappreso una battaglia legale perché gli fosse riconosciuto il merito della scoperta della mummia e, appunto, nel 2004 aveva vinto la causa con un risarcimento di 50mila sterline.
Per festeggiare la vittoria, Simon era ritornato sul luogo del ritrovamento ma al termine della giornata le condizioni del tempo erano peggiorate e l’uomo non aveva fatto ritorno. Il suo cadavere verrà ritrovato dopo tre settimane nel ghiaccio a circa 200 metri dal punto del ritrovamento della mummia. Si pensa che il turista sia precipitato in un crepaccio, prima di firmare i documenti per la riscossione, così la moglie non potè ritirare il denaro.
A distanza di poche ore dal ritrovamento del corpo congelato di Simon, la 45enne Dieter Warnecke, che aveva preso parte alle ricerche dell’uomo, morì improvvisamente di infarto sebbene fosse una soccorritrice allenata e in perfetta salute fisica.
Arriviamo alla sesta vittima della maledizione della mummia. Si chiamava Friedrich Tiefenbrunner e aveva fatto parte della squadra che aveva scoperto come proteggere la mummia dai batteri. L’uomo morì nel 2005 mentre subiva un’operazione a cuore aperto.
A capo della squadra sopracitata c’era invece Konrad Spindler, che era un vero e proprio esperto della mummia di Ötzi. Da anni l’uomo soffriva di sclerosi amiotrofica ma nel 2005 le sue condizioni erano peggiorate improvvisamente fino a portarlo alla morte all’età di 66 anni. Spindler non credeva molto alla teoria della maledizione e aveva avuto modo di commentare: “Penso che sia un mucchio di spazzatura. È solo una gonfiatura mediatica. Di sicuro ora diranno che io sarò il prossimo“. Purtroppo, il destino volle proprio così.
Infine, arriviamo all’ultima vittima della maledizione della mummia di Ötzi. Siamo nel novembre 2005 e il direttore dei Laboratori di Scienze archeologiche all’Istituto di Bioscienza Molecale dell’Università del Queensland è un’altra delle persone che è entrata in contatto fisico con la mummia. L’uomo, di nome Tom Loy, morirà a 63 anni prima di riuscire a terminare il libro che stava scrivendo sul caso.
La famiglia, che avrebbe voluto vedere la pubblicazione del libro in sua memoria, non è mai riuscita a trovare il manoscritto su cui Loy stava lavorando e la malattia stessa, che fu diagnosticata al dottore poco dopo essere entrato in contatto con Ötzi, ha lasciato la famiglia esterefatta.
Gli scettici
Ovviamente non tutti credono alla maledizione della mummia. Una di queste persone è l’archeologa Angelika Fleckinger, direttore del Museo di Archeologia del Sud Tirolo di Bolzano, il luogo dove è conservata la mummia di Ötzi.
La Fleckinger pensa che si tratti solo di una superstizione e ribadisce che, oltre alle vittime, molte altre persone sono entrate in contatto con la mummia senza che gli succedesse nulla: “Più di 150 scienziati sono entrati in contatto con la mummia e la maggior parte di loro sta assolutamente bene“
Sicuramente a non credere alla maledizione sono le 250mila persone che ogni anno fanno visita alla mummia di Ötzi senza temere ripercussioni.