La porta dell’inferno
La Porta dell’Inferno è un luogo che da sempre incute inquietudine. Quello che in realtà è un cratere che brucia, nel tempo ha assunto le sembianze di un elemento associato a oscuri fenomeni paranormali.
Secondo la scienza, le fiamme interminabili che si sprigionano dal cratere della porta dell’inferno, considerate a più riprese come diaboliche, altro non sono che fuoco prodotto e alimentato da un giacimento di gas naturale.
Il cratere della porta dell’inferno
La porta dell’inferno si trova a Darvaza, nel Turkmenistan (provincia di Ahal). Il piccolo villaggio rurale conta circa 350 abitanti e sorge in un territorio semi disabitato nel mezzo del deserto del Karakum.
Da cosa si è originato il fuoco che brucia senza sosta all’interno del cratere? Sembra che la prima scintilla per far partire il fuoco sia stata opera umana. I geologi, infatti, avrebbero dato alle fiamme il cratere intenzionalmente per evitare l’emissione nell’aria di gas metano.
Dopo la prima accensione, il cratere della Porta dell’inferno, che ha un diametro di 70 metri, brucia ininterrottamente dal 1971 e non sembra intenzionato a spegnersi autonomamente.
La nascita del cratere
Nel 1971 la zona dove oggi sorge La porta dell’inferno era interessata da perforazioni finalizzate alla ricerca di giacimenti. L’operazione di trivellazione provocò il crollo di tutta l’attrezzatura all’interno della caverna che si è venuta a creare.
In seguito i geologici scoprirono che l’aria della zona era satura di gas metano che si sprigionava nell’ambiente. La decisione di accendere il fuoco era legata alla convinzione che, quando il gas si fosse esaurito, il fuoco si sarebbe spento.
Invece, contrastando tutte le previsioni, quel fuoco ha continuato a bruciare per oltre 50 anni.
Le ipotesi
Come ogni altro fenomeno non spiegabile, anche la Porta dell’inferno ha dato adito alla nascita di alcune credenze. Secondo alcuni abitanti della zona, infatti, si tratterebbe di un fenomeno legato al soprannaturale.
L’esplorazione della porta dell’inferno
Nel novembre 2013, George Kourounis, un esploratore e ricercatore di tempeste, scese nel cratere e prelevò dei campioni.
Una volta completate le analisi, dai campioni di materiale si rivelò la presenza di batteri, che non erano invece presenti nel territorio circostante. Tali batteri erano in grado di sopravvivere nonostante le altissime temperature.
Attrazione turistica
La zona dove sorge La Porta dell’inferno è presto diventata un’attrazione turistica con migliaia di turisti ogni anno.
Nonostante il territorio circostante sia desertico e poco popolato, il presidente Gurbanguly Berdymukhamedov ha espresso la volontà che finalmente l’incendio della Porta dell’inferno venga estinto.
Come spegnere il fuoco
Ciò che non è ancora stato chiarito è come spegnere il fuoco perpetuo del cratere. Altri tentativi del passato, come l’ultimo nel 2010, sono tutti falliti.
Gli esperti propongono di riempire il cratere di sabbia e seppellirlo sotto metri e metri di terra. Il pericolo che i gas trovino comunque la via per risalire in superficie però è tutt’altro che remota.