All’alba del 1312, il Concilio di Vienna pose definitivamente fine all’Ordine dei Templari, non prima dei numerosi tentativi volti a screditare, catturare e mettere al rogo quanti più Cavalieri possibile. Si dice che l’Ordine continuò a sopravvivere segretamente ancora per molti anni, ma non si sa quasi nulla sulla fine dell’immenso tesoro dei Templari.
Si tratta di un argomento che continua a far parlare, discutere e sollecita la curiosità di numerosi appassionati. Purtroppo, però, le fonti sono scarse e non svelano che fine abbia fatto l’immenso tesoro dei Templari, una ricchezza così vasta che sicuramente non può essere svanita nel nulla.
Il fatto stesso di non avere una certezza sulla consistenza del Tesoro, né una certezza assoluta che lo stesso sia mai esistito e, soprattutto, sul luogo dove sia stato nascosto, ha mantenuto viva nei secoli la curiosità sull’Ordine dei Templari e il fascino dei suoi Cavalieri.
Secondo alcune teorie, in un estremo tentativo di preservarlo, il tesoro sarebbe stato spostato da Parigi a Gisors nella notte tra il 12 e il 13 ottobre del 1307, così come si legge nel libro di Gérard de Sède “I Templari sono tra noi“, il quale supporta la sua versione con documenti che comprendono le dichiarazioni di oltre 70 Templari, in occasione dell’interrogatorio di fronte a Clemente V.
In tale occasione, uno dei Templari di nome Giovanni di Chàlon avrebbe confessato di aver assistito personalmente allo spostamento del tesoro, caricato su tre carri coperti dalla paglia, dal Tempio di Parigi verso il porto, dove sarebbe stato caricato su delle navi in partenza. Secondo la confessione, i carri sarebbero stati condotti da Ugo di Chàlons e Gerardo di Villers, i quali compaiono tra i nomi dei membri dell’Ordine scampati agli arresti e citati in una lettera da Clemente V.
Sembra impossibile che il tesoro sia riuscito a raggiungere la costa e salpare, eludendo i controlli a tappeto e i blocchi stradali posizionati un po’ in tutto il Paese. Ma se lo stesso fosse finito nelle mani della polizia, c’è chi sostiene che proprio Filippo il Bello avrebbe dato una certa risonanza alla notizia.
Dov’è finito il tesoro dei Templari? Nelle pagine di de Sède si evince che nella scritta “con i tre carri” ci fosse proprio un riferimento diretto ma segreto al luogo dove il tesoro sarebbe stato custodito. Ne “la fortezza dei tre carri” ci sarebbe un riferimento a Gisors.
Infatti, nel cielo notturno, sarebbe stata visibile, tra il piccolo e il grande carro, la costellazione del carro dei mari, visibile solo una volta l’anno (24 dicembre), segnale che secondo de Sède sarebbe in stretta correlazione con la costruzione della pianta stessa del castello, sede del tesoro.
Secondo le ipotesi di de Sède, visti gli innumerevoli controlli da parte della polizia, i depositari del tesoro decisero all’ultimo momento di non raggiungere la costa ma fermarsi a Gisors perché più sicuro. Il fatto che l’espressione “in tre carri”, semmai fosse stata estorta sotto tortura, non sarebbe mai stata interpretata come la posizione cifrata del tesoro, dava ai depositari la certezza che il tesoro sarebbe rimasto inviolato.
A dare credibilità al racconto di de Sède scese in campo Roger Lhomoys il quale, crescendo nella cittadina di Gisors, avrebbe sentito raccontare spesso la leggenda che circolava sulla fortezza. Si tratta della storia di una regina di nome Bianca, vissuta realmente dal 1359 fino al 1398, che riuscì a sfuggire ai nemici che assediavano Gisors attraverso un passaggio segreto che farebbe da collegamento tra la cittadina e la fortezza di Neaufles.
Il presunto passaggio segreto sarebbe il luogo che avrebbe custodito il tesoro dei Templari, protetto da una porta impenetrabile che veniva aperta una sola volta all’anno proprio il 24 dicembre. Roger Lhomoys riuscì a inserirsi come giardiniere nella fortezza di Gisors e si mise segretamente alla ricerca del tesoro.
Improvvisamente, nel 1946 l’uomo riuscì a trovare a 16 metri di profondità una cappella romanica contenente cofani ricolmi d’oro. Informò immediatamente le autorità, ma il ritrovamento rimase senza un riscontro, in quanto nessuno osò avventurarsi nei passaggi segreti perché a grave rischio di crollo. Il sindaco fece chiudere immediatamente il varco scavato da Lhomoys, sperando che il ritrovamento venisse presto dimenticato.
Il tesoro dei Templari rimase così sotto terra, inviolato. Ma Lhomoys, che era ossessionato dall’idea di trovare l’immensa ricchezza, chiese al comune di poter effettuare altri scavi. Quando finalmente, dopo ben 16 anni, l’uomo riuscì ad avere il permesso e raggiunse la cappella sotterranea, la trovò completamente vuota.
Dov’era finito il tesoro? Sappiamo che nel 1964 la polizia francese vietò l’accesso alla zona e qualsiasi altro tentativo di far luce sulla questione venne ostacolata. I segreti di Gisors non dovevano, probabilmente essere scoperti, ci furono sottrazioni di documenti e pagine di libri strappate. Il segreto di Gisors doveva rimanere tale.
Se il tesoro è stato sottratto e non si trovava più nelle profondità dei cuniculi della fortezza di Gisors, come mai le autorità di Gisors e quelle francesi hanno continuato con tale caparbietà a mantenere un velo di segretezza sull’argomento? Negli anni successivi, ci fu qualche correlazione segreta tra i proprietari della fortezza e i Templari?
Per approfondire: I Templari e la Chiesa, Templari a Saliceto