Su un altopiano arido a circa 320 chilometri a sud-est di Lima, in Perù, troviamo le così dette Linee di Nazca, linee bianche e dritte tracciate sul terreno senza una particolare logica apparente. Queste linee, circa 800, se unite tra di loro, danno vita a circa 300 figure geometriche visibili dall’alto.

Linee di Nazca: cosa sono e a cosa servivano

Tra le raffigurazioni delle Linee di Nazca ci sono disegni di animali, come una scimmia, un colibrì e un ragno. Le linee di Nazca hanno una lunghezza di circa 200/300 metri, ad eccezione della più lunga che misura chilometri ed è perfettamente dritta.

Gli scienziati che hanno studiato questo fenomeno hanno ipotizzato che possano essere state realizzate tra l’anno zero e il 700 d.C.

In molti, però, si chiedono come abbia fatto una civiltà con la tecnologia di secoli fa a disegnare delle linee così perfette, che riproducessero immagini visibili solo dall’alto senza poter volare?

Soprattutto, per quale motivo, a quale scopo, sarebbero state disegnate le Linee di Nazca? Sappiamo dagli studi, condotti partendo da inizio del 1900, che le linee sono state realizzate asportando uno strato superficiale del terreno, che è di colore ruggine, e scoprendo la sabbia sottostante di colore bianco.

Sull’utilità dei geoglifi, invece, ci sono ancora dei dubbi. Ricercatori di tutto il mondo si sono chiesti quale potesse essere il compito delle Linee di Nazca, perché i Nazca li avessero realizzati e, soprattutto, perché da terra non fossero visibili i disegni che riproducevano.

Si è parlato di un’indicazione dei luoghi dove avvenivano i rituali dell’acqua e della fertilità. Venne ipotizzato anche che le linee fossero allineate alle costellazioni. Secondo gli studiosi, le Linee di Nazca rappresentano una delle prove più concrete del passaggio degli alieni sulla Terra.

Dall’altra parte, invece, ci sono gli scienziati che, analizzando le strutture, avrebbero scoperto la presenza di particolari buchi a forma di spirale, chiamati puquios, che collegherebbero le Linee di Nazca con l’utilizzo dell’acqua.

Il team di ricercatori, tra i quali Rosa Lasaponara del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, sarebbe riuscito ad individuare nel sottosuolo un intricato sistema millenario di canali d’acqua. Questi venivano utilizzati come sistema di irrigazione per l’agricoltura, con il risultato di rendere fertile una terra desertica.

Sotto questo punto di vista, le Linee potevano rappresentare il modo con il quale le antiche popolazioni ringraziavano gli dei per l’abbondanza dell’acqua e per i raccolti corposi. Questa ipotesi sembra essere la più esaustiva per spiegare il mistero delle Linee di Nazca, nonostante l’ipotesi di disegni alieni e di civiltà perdute resti ancora oggi molto suggestiva.