L’Uomo Verde nel cuore oscuro di Genova
Tra i vicoli stretti e le ombre dei palazzi antichi, proprio nel cuore del centro storico di Genova, si sussurra una leggenda poco nota ma molto affascinante: quella dell’Uomo Verde. La figura enigmatica, secondo la tradizione popolare tramandata di generazione in generazione, apparirebbe nelle notti nebbiose per ricordare agli uomini i limiti della superbia e della vendetta.
Le origini della leggenda dell’Uomo Verde
La leggenda dell’Uomo Verde ha origini oscure, a metà strada tra fantasia e realtà. Il tutto nasce durante il Medioevo, quando Genova era una repubblica marinara molto ricca. Oltre al fiorente traffico commerciale, però, la città era anche al centro di intrighi e oscure credenze. Una di queste è appunto quella dell’Uomo Verde, figura legata a un antico mercante genovese di nome Bartolomeo.
Costui aveva stretto un patto con un misterioso eremita e, in cambio di una rotta commerciale sconosciuta, che gli avrebbe consentito di arricchirsi ancora di più, avrebbe dovuto donare parte della sua ricchezza ai poveri di Genova. Nonostante l’impegno preso, però, l’uomo fu sopraffatto dall’avidità e dalla sete di ricchezza e non mantenne la parola data.
La conseguenza fu che l’eremita, poi rivelatosi un’entità ultraterrena, si vendicò lanciando una maledizione: Bartolomeo avrebbe vagato in eterno, senza mai trovare pace. E così fu: da quel momento lo spirito inquieto di Bartolomeo apparirebbe avvolto in un lungo mantello dai riflessi verdastri. La pelle color dello smeraldo avrebbe generato il nomignolo di Uomo Verde.
Le apparizioni dell’Uomo Verde
Durante i secoli, le apparizioni dell’Uomo Verde negli stretti caruggi genovesi si sono susseguite senza sosta. I racconti sono molto simili tra loro: un improvviso calo della temperatura e un inspiegabile odore di zolfo: la figura dell’Uomo Verde appare silenziosamente, ha uno sguardo carico di dolore, due occhi penetranti che scrutano il malcapitato scavando nell’anima come se leggesse i peccati nascosti di chi lo incontra.
Una delle apparizioni più famose risale al 1728 e fu riportata da un anonimo cronista che descrisse l’avvistamento dell’Uomo Verde nei pressi della Chiesa di San Donato. Durante una notte nebbiosa, un mercante genovese si trovò di fronte la nefasta figura e subito dopo cadde in ginocchio, confessando ad alta voce le sue colpe passate. Il giorno seguente, il mercante fu ritrovato morto, con il volto sereno e le mani coperte di una strana polvere verde.
Realtà o suggestione?
La domanda è spontanea: qual è la verità? Le leggende, come sappiamo, hanno la caratteristica di porsi sempre a metà strada tra la realtà e la fantasia, alimentate dalla voglia dell’essere umano di trovare un riscontro. Nel caso della leggenda dell’Uomo Verde, gli storici suggeriscono che la figura spettrale fosse in realtà una figura simbolica utilizzata dal clero per ammonire i ricchi mercanti a rispettare i doveri morali verso i poveri.
Altre fonti, invece, sospettano che possa trattarsi del ricordo distorto di qualche personaggio realmente esistito, affetto magari da un problema all’epidermide, per cui la sua pelle appariva di un colore innaturale.
In ultima analisi, spunta fuori la teoria che avvalla una lettura esoterica della leggenda, collegando l’Uomo Verde a figure alchemiche o simboli della trasformazione spirituale. Il verde, in alchimia, rappresenta infatti la rinascita e la speranza, ma anche la decomposizione: un dualismo perfetto per un’anima dannata in cerca di redenzione.
Conclusione
La leggenda dell‘Uomo Verde è parte integrante del folklore genovese, una storia che si tramanda da padre in figlio, tanto da essere raccontata in alcuni tour guidati delle tappe misteriose della città. È da precisare il fatto che sul web, con il nome di Uomo Verde, ci sono anche altri racconti e descrizioni. Si tratta quindi di un’entità ricorrente in varie credenze pagane, raffigurata anche con tratti e ambientazioni diverse, e utilizzata a scopi simbolici.
Nel caso del nostro Uomo Verde, l’importante è non farsi cogliere impreparati: sia che lo si veda, o lo si senta solo respirare, è d’obbligo fare un gesto di pentimento entro tre giorni, o subirne le conseguenze!