Mostro del Bisagno, creatura sconosciuta a Genova
Il Mostro del Bisagno è una leggenda metropolitana della città di Genova, nata negli anni ‘30 nella zona del torrente Bisagno. Durante quei mesi ci furono molte segnalazioni di un essere simile a una creatura umanoide, descritta come metà uomo e metà anfibio. Sul posto furono fatte ricerche e pattugliamenti, ma della strana creatura non fu trovata traccia.
La leggenda si affievolì, per tornare alla ribalta solo negli anni ’70, accompagnata da ancora più clamore, dopo nuove misteriose sparizioni di animali.
La nascita della leggenda
Siamo nella Genova degli anni ’30, precisamente nel quartiere Marassi. Lungo il torrente Bisagno, oggi in parte coperto, iniziano a diffondersi strani racconti . Qualcuno parla dell’avvistamento di una creatura, alta quasi due metri, muoversi nel buio, tra le acque torbide e i canneti. Era coperta di fango, con pelle viscida e riflessi verdastri. Gli occhi? Gialli e luminosi.
Le prime segnalazioni
Le prime segnalazioni arrivarono da alcuni operai notturni, passanti occasionali e perfino un carabiniere: tutti giurano di aver visto una figura umanoide, dal corpo sproporzionato, la schiena curva e lunghi arti. La strana figura appariva solo nelle notti di pioggia, quando il Bisagno ingrossava e scorreva impetuoso con suoni cupi e profondi. Una testimone, in particolare, raccontò nel 1933 che il mostro si arrampicò perfino sul balcone della sua casa al piano primo e lasciò i segni dei suoi artigli sul muro.
Le prime teorie sul mostro
Fin dall’inizio, la storia del mostro del Bisagno scatenò una confusione mediatica, si parlò di un uomo delle fogne, segnato dalla malattia e dalla vita, che aveva perso le sembianze umane e, malato e irriconoscibile, si trascinava lungo le rive del fiume in cerca di qualcosa. Forse aveva perso il senno o non ricordava più la strada di casa.
All’epoca, si parlò anche di esperimenti genetici sfuggiti al controllo umano, oppure di un animale esotico sconosciuto arrivato con una nave mercantile da chissà dove. Insomma, non fu possibile dare una spiegazione plausibile agli avvistamenti, per di più non fu mai trovata una prova concreta, come una fotografia del mostro o un segno tangibile del suo passaggio. Fu così, che la leggenda metropolitana perse attenzione e venne dimenticata…fino agli anni ’70.
Il ritorno del Mostro
Improvvisamente, nel 1975 arrivarono nuovi avvistamenti del mostro. Questa volta furono dei ragazzi, che affermarono di aver visto nel torrente una figura simile a quella degli anni ’30 e la leggenda riprese vigore. Tutti parlavano del mostro del Bisagno, le testimonianze erano all’ordine del giorno. Un giorno, lungo il greto del torrente, fu rinvenuta una carcassa di cane senza una goccia di sangue. Ma, anche in questo caso, le autorità non commentarono.
La suggestione era così forte, che gli operai si rifiutavano di scendere e lavorare nelle gallerie di drenaggio sotto la città, avevano paura di incontrare la figura misteriosa. Alcuni di questi operai affermarono di sentire passi nell’acqua, respiri profondi, e l’eco di qualcosa che strisciava.
Verità o leggenda urbana?
Sebbene oggi la leggenda del Mostro del Bisagno sia stata per lo più dimenticata, chi la conosce prova ancora un certo disagio, soprattutto quando piove forte e il torrente si ingrossa così tanto che sembra voler uscire dalla sua gabbia di cemento. I racconti, tramandati di generazione in generazione, sono entrati a far parte del folklore genovese, ma il dubbio resta: si tratta di una leggenda o esiste davvero il mostro del Bisagno?
Per gli scettici, si tratta solo una leggenda urbana, alimentata dalla suggestione e dal timore atavico dell’acqua. Ma c’è anche chi crede che tra quelle acqua esista davvero qualcosa di misterioso, che aspetti solo un’altra notte di pioggia per farsi rivedere?
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