La curiosità per i Templari ci ha portati a Saliceto nel basso Piemonte sulle orme della simbologia dell’Ordine. La giornata prevede la visita all’omonimo castello, alla famosa Chiesa di San Lorenzo e per finire ci recheremo alla Cappella di San Martino.

La particolare posizione di Saliceto, che si trova sull’antica via del sale, ha permesso il passaggio su queste terre di molti personaggi illustri della storia, i quali hanno lasciato impresso un segno indelebile delle loro arte.

Indice degli argomenti
1. Il castello di Saliceto
2. Il borgo e la storia di Saliceto
3. La Chiesa di San Lorenzo
4. La Chiesa di Sant’Agostino
5. La Chiesa di San Martino
6. I misteri di Saliceto

1. Il Castello di Saliceto

Una volta arrivati a Saliceto la nostra priorità è quella di visitare il castello, che ci appare subito in tutta la sua bellezza dopo aver parcheggiato l’auto nello spiazzo del Municipio.

In questa domenica mattina di fine ottobre Saliceto sembra ancora assopita. Il silenzio è interrotto solo dal rintocco delle campane della chiesa di San Lorenzo, che avvisa dell’imminente inizio della Santa Messa.

È proprio al termine della funzione che vediamo una signora sorridente avvicinarsi al portone di ingresso del castello e pensiamo che possa trattarsi della nostra guida.

È proprio così, conosciamo Lidia, guida volontaria che ci intrattiene con simpatia e competenza mentre ci accompagna all’interno del castello.

Scopriamo che la prima citazione di un antico castello a Saliceto risale al 1142, mentre nella prima metà del Duecento il maniero fu possedimento dei Del Carretto, famiglia che lo mantenne fino al 1583. In seguito passò al Ducato dei Savoia e a diversi proprietari privati fino all’acquisto da parte del comune di Saliceto.

Nonostante la posizione, lontana dai più classici picchi rocciosi dominanti, il castello di Saliceto era considerato inespugnabile, anche grazie al profondo fossato difensivo, colmo d’acqua, che lo circondava.

Al posto della rampa di pietra che vediamo oggi, l’ingresso al castello avveniva attraverso un ponte levatoio. Nei secoli il castello è stato più volte assediato e danneggiato, ma i successivi restauri hanno preservato la caratteristica architettura tardo medievale.

Esternamente il castello si presenta a base quadrangolare con tre torri quadrate. La quarta torre, probabilmente perduta nel tempo, è stata sostituita da una costruzione in legno all’interno della quale sorge un’ascensore, pensato per l’accesso alla struttura a persone diversamente abili, purtroppo non funzionante.

La nicchia e il pozzo

Una volta arrivati nel cortile interno restiamo affascinati dal misterioso pozzo, al di sotto del quale la leggenda colloca una stanza segreta e la famosa nicchia, scoperta abbastanza recentemente, con una simbologia molto interessante.

Partendo dalla volta con l’Agnus Dei, al quale si sovrappone una grande croce gemmata, si passa alle pareti dove si fronteggiano due medaglioni con ritratto femminile a monocromo e allo stemma della famiglia dei De Carretto.

L’agnello mistico è affrescato con le stimmate e il suo sangue è raccolto nel Santo Graal, inoltre è racchiuso in un cerchio e in altri 4 cerchi concentrici che, a loro volta, racchiudono un fiore a 8 petali. L’agnello mistico ha una rappresentazione dei Templari d’Inghilterra (croce grande) e dei Templari di Provenza (croce piccola).

Ci sono altri particolari molto interessanti, come la posizione di Gesù nel letto e non nella mangiatoia dove viene sempre collocato, il libro aperto sulle ginocchia della Madonna, fatto inusuale nella natività. Affreschi esoterici e gnostici unici nel loro genere e valutabili sotto molti punti di vista.

La nicchia è attribuita alle maestranze di Federico II e datato nella prima metà del 1200. Non si conosce l’anno in cui fu murata e il motivo, ma probabilmente l’ordine partì proprio da Federico II. Sappiamo però che circa 40 anni fa il maestro Augusto Pregliasco di Saliceto intuì la presenza di una nicchia affrescata e fece rimuovere il muro che la nascondeva.

Al primo piano ci attendono le sale del castello, con un bel camino, pianoforti e alcuni pezzi di mobilio d’epoca restaurati.

Passiamo attraverso ad alcune camere da letto, una con locale bagno personale ed infine scopriamo di essere arrivati nel giorno fortunato: da oggi la visita prevede anche l’accesso ai camminamenti.

2. Il borgo e la storia di Saliceto

La posizione sulla strada maestra o Magistra Langarum, che collegava Asti e Alba ai porti marittimi di Finale, Noli e Savona, ha garantito al borgo di Saliceto una certa dose di benessere e prosperità.

Dal castello si vede la collina dove era ubicato il vecchio nucleo abitativo detto collina della Margherita, mutato tra il XII e XIII secolo in collina della Rosa. Forse fu proprio questo mutamento di nome che fece supporre la presenza dei Cavalieri Templari a Saliceto.

La simbologia templare si ripete spesso a Saliceto. La troviamo all’interno del castello, più precisamente negli affreschi della nicchia. Passeggiando per il borgo la nostra guida si è soffermata anche di fronte ad una abitazione, dove sull’architrave è presente lo stemma dei marchesi dei Del Carretto.

Lo stemma è in pietra arenaria e sormontato da un triangolo che ha le sembianze di un manico. Ai lati due martelli hanno la punta rivolta verso il basso.

Altri simboli che rimandano all’Ordine dei Templari li troviamo anche, in quantità ancora maggiore, sulla facciata della chiesa di San Lorenzo, la seconda tappa della nostra gita di oggi.

3. La Chiesa di San Lorenzo: i Templari

La chiesa di San Lorenzo fu costruita tra il 1489 e il 1505 per volere di Carlo Domenico Del Carretto sul terreno dove precedentemente esistevano due chiese più antiche, la più recente delle quali era orientata in modo che l’ultimo raggio di sole nel giorno della Candelora (2 febbraio) illuminasse il rosone della facciata.

Nella chiesa di San Lorenzo si celebrò per oltre 2 secoli la santa messa, ma la stessa fu consacrata soltanto nel 1740. La facciata della chiesa è un vero percorso esoterico, alchemico, iniziatico e magico.

Partiamo dal misterioso Bafometto, con zampe da caprone e baffi. Si tratta di un simbolo molto caro ai Templari. C’è ancora l’Araba Fenice, la rosa canica e la rosa alchemica, la rana alata e il pellicano. Ogni simbolo sembra tracciare un percorso a metà strada tra l’esoterismo e il magico.

L’interno della chiesa è invece uno scrigno artistico, tele di pregio e una via crucis ricavata con materiale fotografico dopo che le tele originali furono trafugate dai ladri.

Abbiamo sentito una voce ma non sappiamo se si tratta o meno di una leggenda, che parla del ritrovamento di una cripta sotto l’altare maggiore durante il rifacimento del pavimento. Si parla del 1957, e di uno scheletro con i capelli rossi attorniato da altri tre scheletri. Leggenda? La guida non si sbilancia su questo argomento.

4. La Chiesa di Sant’Agostino

La guida ci accompagna alla volta della prossima tappa, la Chiesa di Sant’Agostino. Entriamo dall’ingresso laterale perché attualmente l’ingresso principale si trova in una proprietà privata. Lo stupore è forte nel trovarsi di fronte, al posto dei banchi in legno, un campo da bocce.

Attraverso una porticina chiusa a chiave abbiamo accesso ad una piccola stanza affrescata. Anche qui troviamo alcuni particolari che differiscono dalla tradizione artistica del tempo. Un esempio è la presenza di un traghettatore seminudo dalla cintola in giù e un calzare mancante. Oppure, vediamo la Madonna con un occhio misterioso posto nel palmo della mano e in grembo Gesù che indica un uccellino.

5. La Chiesa di San Martino

Per raggiungere San Martino la guida ci consiglia di prendere l’auto e seguirla, perché la chiesa si trova a qualche chilometro. Arrivati a destinazione i nostri passi sulle foglie secche e autunnali sono l’unico suono che rompe il silenzio circostante.

La struttura della chiesa in stile romanico è bellissima nella sua semplicità. Spicca anche il campanile, unico nel suo genere. All’interno sono presenti affreschi tardogotici molto ben conservati. Anche qui ci sono alcuni aspetti molto interessanti, come il fatto che l’apostolo Bartolomeo è l’unico che mostra il libro aperto, egli fu anche l’unico tra gli apostoli autore di un vangelo agnostico.

6. I misteri di Saliceto

Quanti sono i misteri di Saliceto? Sembra che ce ne siano davvero tanti e chissà quanti sono ancora da scoprire. All’interno della torre meridionale del castello sono ancora visibili le tracce di un antico passaggio, oggi murato, che collegava il castello alla chiesa di San Lorenzo e si dice proseguisse fino a Castelvecchio sulla collina della Rosa.

Un altro sotterraneo collegava il castello con la Porta della Marina e un terzo, scoperto durante uno svuotamento, partirebbe dal fondo del pozzo.

Sarebbe invece certa la presenza di una stanza segreta sotterranea del castello, forse una cisterna per l’acqua di cui si trova traccia in un atto del 1413.

Parlando dei misteri di Saliceto non possiamo non toccare l’argomento fantasmi. Nel castello di Saliceto ci sarebbero almeno due spettri. Sappiamo però che i proprietari del castello non hanno mai riferito la presenza di fantasmi e anche la nostra guida non si dilunga sull’argomento.

Sta di fatto che secondo la leggenda il maniero sarebbe infestato. La Dama Bianca è probabilmente il fantasma della moglie di Giorgino Del Carretto, donna audace e coraggiosa che si batté con tenacia durante l’assalto dei Francesi (1448). Al termine dell’offensiva, pur di non arrendersi, la marchesa si gettò dall’alto del mastio.

Il secondo fantasma apparterrebbe al marchese Tommaso, ucciso nel 1345 per divergenze sulla cessione delle terre.