Siamo nel 1933 e un UFO irrompe dalle tenebre a scombussolare la tranquillità di Vergiate, una cittadina in provincia di Varese. La scia luminosa, avvistata da molti testimoni, finisce sul terreno con un gran boato e l’intervento delle autorità è pressoché immediato. Difficile dire cosa sia accaduto con precisione anche perché l’incidente viene subito secretato e scatta il divieto di divulgare la notizia.
Dalle fonti trapelate, sembra che un oggetto misterioso, probabilmente un UFO, si sia schiantato al suolo e i soccorritori avrebbero trovato i corpi di due piloti, descritti come piuttosto alti, con occhi e capelli chiari.
I rottami dell’UFO furono trasferiti immediatamente in un hangar presso la Savoia-Marchetti di Vergiate, mentre i cadaveri alieni sarebbero finiti sotto formalina. La notizia riesce a restare circoscritta fino alla fine della guerra, quando un Air Force dell’aeronautica americana preleva il tutto per trasferirlo in quella che sarebbe divenuta l’Area 51.
Se questa fonte fosse vera, vorrebbe dire che il primo caso di UFO precipitato sulla terra è da attribuire al nostro paese e non agli Stati Uniti (caso Roswell). A sostenere questa ipotesi concorre il racconto del segretario del Centro Ufologico Nazionale, che nel 2000 sostiene di aver ricevuto un documento dell’epoca che proverebbe l’incidente.
Il documento è stato sottoposto a verifica risultando autentico, ma nulla si è mai saputo su eventuali test effettuati sui corpi alieni o sui resti del presunto UFO. Come detto, il caso fu immediatamente secretato e gestito dal Gabinetto RS/33.
Del caso, che ai tempi fu definito in un dispaccio come “riservatissimo” ha avuto modo di parlarne Roberto Pinotti, fondatore e segretario del Centro ufologico nazionale durante un convegno di ufologia tenutosi ad Arona: «i resti dell’Ufo, che nei disegni viene descritto come un velivolo cilindrico, con una strozzatura poco prima del fondo, con oblò sulla fiancata, da cui uscivano luci bianche e rosse, furono portati nei capannoni della Savoia-Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni. Così come i corpi dei piloti, conservati in formalina, a lungo studiati. Si sa che erano alti 1,80, avevano capelli e occhi chiari».
Quando gli Alleati negli Anni 50 presero in carico tutto il materiale, il caso UFO di Vergiate si chiuse insieme al cancello d’ingresso dell’Area 51. Come ha sottolineato anche Pinotti: «Stranamente le tre persone che erano a conoscenza del trasporto di quelle casse negli Usa sono morte, due in incidenti di mare, una suicida».
Probabilmente del caso UFO di Vergiate non si saprà più nulla, resta il fatto che la zona del Lago Maggiore è una di quelle maggiormente interessate dai fenomeni di avvistamenti UFO di tutto il Paese.