Avete mai osservato con attenzione il capolavoro di Leonardo? Abbiamo trovato questa immagine dell’Ultima Cena, dove compare una mano che brandisce un pugnale ma non esiste un braccio tra i presenti al quale collegarla. È il mistero del pugnale senza braccio dell’Ultima cena?
Osservando il dipinto frontalmente e partendo da sinistra, il quarto personaggio raffigurato sembrerebbe essere Pietro, benché non vi siano prove certe. Ed esattamente davanti al suo corpo e alle spalle di Giuda, sul dipinto compare una mano con un pugnale. La stranezza della scena sta nel fatto che quella mano non sembra collegata a nessuna delle braccia presenti ed è posta in una strana posizione.
Sembra impossibile che ad un artista come Leonardo, esperto conoscitore dell’anatomia umana, sia potuto sfuggire un dettaglio del genere. Allora a chi è attribuibile l’errore, se di errore si può parlare? Potrebbe essere la mano appartenente ad un ulteriore personaggio nascosto? Guardando con attenzione, oltre alla mano si vedrebbe anche una parte del polso e alcuni lembi del drappeggio di un braccio.
Come appariva il dipinto non appena terminato da Leonardo? Ciò che sappiamo è che, dopo il restauro, la mano con il pugnale appare collegata al braccio di Pietro, in una posa che risulta abbastanza innaturale. Chi ha modificato il dipinto, la mano con il coltello può essere stata erroneamente aggiunta in uno dei primi interventi di restauro?
L’opera del grande Leonardo da Vinci è stata eseguita tra il 1493 e il 1498, commissionata da Ludovico il Moro e posta nel refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. La scena dell’Ultima Cena vede protagonisti gli apostoli, raggruppati in gruppetti di tre, mentre esprimono vari sentimenti, tra incredulità, sconcerto e stupore all’annuncio di Gesù dell’imminente tradimento che avrebbe subito. L’unico a non venire coinvolto in questa reazione a catena sembrerebbe Giuda.
La tecnica pittorica usata da Leonardo, ovvero la pittura sull’intonaco fresco, prevedeva dei tempi di esecuzione molto veloci, che il grande genio cercò di allungare utilizzando una miscela di tempera e olio su due strati di intonaco. Nonostante questa tecnica avesse permesso a Leonardo di allungare i tempi per la stesura del colore, allo stesso tempo fu causa di un veloce degrado della superficie.
Il degrado de L’Ultima Cena
Il capolavoro, infatti, già nel Cinquecento iniziava ad accusare i primi segnali di un precoce deterioramento che portò a numerosi interventi per rendere più visibile il dipinto fino al complesso restauro alla fine del secolo scorso.
Le condizioni in cui si trovava la superficie del dipinto al momento del restauro era così deteriorata che a stento si individuavano i contorni dei corpi. È lo stesso Francesco Scannelli, scrittore d’arte del tempo, che descrivendo il dipinto nel 1642 lo definisce come alcune tracce originali delle figure, così confuse da fare fatica a ricavare una indicazione precisa.
Considerato un dipinto ormai irrecuperabile, nel 1652 i Domenicani decisero di intaccarlo aprendo una porta sulla parete per avere accesso alle cucine. Questa operazione causò la perdita delle gambe di Gesù e di alcuni apostoli.
A peggiorare ulteriormente la situazione contribuirono, durante l’occupazione delle truppe napoleoniche, le pietre che vennero lanciate sul dipinto ma il colpo più duro il Cenacolo lo subì con il bombardamento del 1943, che vide il crollo di una volta del refettorio. A quel punto il dipinto rimase del tempo alla mercé delle macerie e degli agenti atmosferici.
Con questi presupposti è facile immaginare che il Cenacolo sembrasse praticamente irrecuperabile, quando nel 1977 iniziò un delicato quanto imponente restauro che durò ben vent’anni. Il progetto, al quale parteciparono critici d’arte, scienziati e restauratori di tutto il mondo, riportò alla luce i piedi degli apostoli sotto al tavolo (tranne quelli di Cristo) e di un buco nel capo di Cristo, che era servito a Leonardo per disegnare il punto di fuga della prospettiva pittorica.
Alla fine del complesso lavoro di restauro, che terminò nel 1999, il capolavoro di Leonardo ritornò al suo antico splendore e magnificenza di un tempo.
Le ipotesi del pugnale
Chi, nel corso della storia, ha messo mano al dipinto, può aver commesso degli errori involontari di interpretazione tanto da aggiungere una mano e lasciarla lì senza un corrispondente braccio? Oppure, secondo una delle ipotesi, Leonardo ha voluto volontariamente rappresentare solo la mano del traditore.
Si legge, infatti, nel vangelo di Luca “La mano di colui che mi tradisce è con me sulla tavola“. Può essere, quindi, che la mano con il coltello appartenesse a Guida, un personaggio al quale Leonardo non ha voluto dare un volto. Allora, chi è il personaggio che noi crediamo Giuda? È verosimile che sulla dell’ultima cena ci fosse una persona in più? Quante domande senza risposta su questo dipinto..
Il mistero de L’Ultima Cena di Leonardo
Il mistero resta su questa opera d’arte così straordinaria, forse un po’ sfortunata per la mancanza di cura nel passato, ma capace di superare i tempi. Quel che è certo è che il Cenacolo resta immortale attraverso i secoli, forse la sua immensità è proprio questa: dare ad ognuno di noi la possibilità di interpretazione.