A partire dalla metà del ‘900 le segnalazioni di avvistamenti di UFO è cresciuta notevolmente. Sono cresciuti, nel contempo, anche la presenza di testimoni che affermavano di aver visto i rottami di velivoli alieni precipitati sulla Terra.
Uno dei casi più popolari è quello di Roswell nel 1947. Nel caso del velivolo alieno precipitato nel Nuovo Messico, insieme ai resti dell’astronave aliena vi era anche il suo occupante. Un altro episodio, accaduto a circa 400 chilometri dalla cittadina messicana solo qualche anno dopo, fu il caso di un velivolo alieno precipitato sul deserto.
A scorgere il richiamo luminoso del disco metallico, che rifletteva sotto al sole, fu un ingegnere di nome Grady Landon Barnett, il quale si trovò di fronte un disco ovale di circa 9 metri di diametro, diviso in due. Alcuni cadaveri giacevano poco distante dall’astronave aliena. Erano vestiti con tute grigie e avevano una testa enorme e calva.
Quando la notizia del ritrovamento riuscì a trapelare, l’esercito si precipitò sul posto, isolando la zona e ammonendo chiunque a divulgare la notizia. Resta il mistero su che fine fecero i rottami e, soprattutto, i corpi degli alieni.
Dopo la morte di Barnett, gli amici ai quali aveva confidato il ritrovamento pubblicarono un libro dove si narrava l’avventura dell’ingegnere e le testimonianze di altre persone. Secondo alcuni, l’esercito avrebbe recuperato il tutto e lo avrebbe conservato per compiere degli esperimenti al riparo da occhi indiscreti.
Sebbene i testimoni, purtroppo, non fu mai possibile dimostrare la teoria con prove sicure. L’anno successivo ci fu un altro caso simile, questa volta riguardava un atterraggio d’emergenza di un disco volante in Messico. In quell’occasione, prima che l’esercito riuscisse a rimuovere i rottami del velivolo precipitato, un fotografo era riuscito a immortalare il relitto e il cadavere dell’extraterrestre carbonizzato.
Che fine fecero quegli scatti? Il ragazzo li conservò privatamente per molti anni, finché un giorno decise di renderli pubblici in forma anonima, trovando però la resistenza dell’opinione pubblica che attribuì le immagini alla forma di un cadavere umano.
Nonostante una parte dei racconti sui velivoli alieni precipitati si riveli falso, le testimonianze nel corso degli anni non sono mancate. Si parla di sagome umanoidi estratte, vive o morte, dai rottami dei velivoli e nascosti chissà dove per poter essere studiati.
Se i casi menzionati fossero realmente accaduti, come hanno fatto le istituzioni a mantenere il segreto per tutti questi anni? E perché, a distanza di così tanto tempo, ci sono uomini rispettabili e autorevoli che insistono sull’esistenza degli UFO?