celleno borgo fantasma

Celleno antica non ha bisogno di presentazioni. Il nostro viaggio nel mistero prosegue in questo borgo abbandonato, dove la vita sembra essersi fermata così, come sospesa da tempo immemorabile.

E poco importa se questo vuoto sia stato un tentativo frettoloso di scampare a un’imminente tragedia o una scelta ponderata: ciò che ti accoglie a Celleno sono i resti delle case, delle botteghe e della chiesa, spezzati da forze incontrovertibili contro le quali l’uomo il più delle volte non ha armi.

Superata la porta di ingresso al borgo fantasma di Celleno, subito sulla destra troviamo ‘L’angolo del bacio‘, un piccolo spazio fiorito molto carino, dove ovviamente è d’obbligo fermarsi per scattare una foto.

Proseguiamo e siamo in prossimità del Castello Orsini, circondato da un fossato e munito di una grande torre di guardia. Il portone del castello è chiuso e un anziano, che ha notato il nostro interesse per il maniero, si premura di informarci: “È una proprietà privata“.

Camminiamo per queste stradine lastricate e oltrepassiamo case, sagome di abitazioni mutilate, messe in sicurezza e persino quella che doveva essere una splendida chiesa: la Chiesa di San Donato. Sporgendosi con lo sguardo soltanto un po’ oltre la transenna si possono vedere tratti delle decorazioni che abbellivano le pareti, pezzi di colonne in marmo, parte dell’altare maggiore e residui di quelli laterali.

Infine, prima di rientrare ci fermiamo perché c’è qualcuno che ci vuole salutare: a noi piacciono sempre molto quei nasi “un po’ così”….

Riprendiamo la strada verso l’albergo. Ad attenderci, un altro meraviglioso tramonto sulle rive del Lago di Bolsena. Domani è prevista pioggia, peccato.

Terzo giorno

Pioviggina già mentre ci dirigiamo verso Graffignano. Attenzione! Per la visita al castello Baglioni noi ci siamo basati sulle informazioni lette su questo link, ma, come vedrete più avanti, all’arrivo abbiamo avuto una bella sorpresa. Prima di pianificare una visita consigliamo di informarsi, anche noi avremmo appreso che il castello Baglioni in questo momento è chiuso.

A parte ciò, per fortuna non perdiamo mai lo spirito di avventura e abbiamo apprezzato comunque la visita esterna, specialmente per il panorama incontrato durante il tragitto per giungere a Graffignano.

Eccoci arrivati in paese, pochissima gente per strada. Sembra tutto deserto, forse perché è domenica. Come anticipato ecco il bellissimo castello Baglioni. Guardando il castello da vicino, è evidente che avrebbe bisogno di un’opera di restauro. In più punti si notano pezzi di mura mancanti e piccoli crolli.

Si legge che il castello sia infestato da fantasmi, una dama evanescente sarebbe stata avvistata più volte e, a seguito delle voci sempre più insistenti, il maniero è stato posto la supervisione di un gruppo di ricercatori, il GHR Ghost hunters Roma.

Le ricerche presso il castello hanno portato, così sembra, all’individuazione di qualche anomalia. In particolare, sarebbero state registrate delle voci di bambini. Peccato averlo trovato chiuso, la struttura esterna lascia ben presagire ciò che di tanto misterioso e affascinante possa trovarsi all’interno di quelle mura.

Dopo avere girato intorno al castello e averlo fotografato praticamente da tutte le angolazioni, non ci resta altro che ritornare alla macchina e riprendere il nostro viaggio verso nuove avventure.

La giornata è ancora lunga, quindi decidiamo di fare un giro del lago di Bolsena e ci dirigiamo verso Capodimonte. Si tratta di una bella cittadina, con la bella sagoma della Rocca che si erge nel punto più alto e domina il borgo.

La Rocca Farnese fu costruita nel 1365 da Pier Luigi Farnese (duca di Castro). Nella prima metà del ‘500 fu Alessandro Farnese a volere l’aggiunta dei contrafforti sugli otto angoli del palazzo, del giardino pensile e del cortile interno. All’interno della fortezza hanno soggiornato molti Papi, da Innocenzo VIII a Leone X fino a Clemente VII.

Ultima tappa della giornata è Montefiascone e qui c’è parecchio da visitare. Arrivati in paese e lasciata l’auto ci incamminiamo a piedi attraverso alla porta del borgo, nonostante la salita una bella immagine con tutti gli ombrelli colorati appesi.

Per fortuna ha smesso di piovere e qualche raggio di sole fa breccia attraverso le nuvole. Una volta saliti fino in cima ci troviamo nella piazzetta del Plebiscito, dove sorge la Chiesa di Sant’Andrea, una delle costruzioni religiose più antiche di Montefiascone.

Chiesa Sant’Andrea

Proseguiamo verso la fortezza medievale che è la vera attrazione di Montefiascone: la Rocca dei Papi. Si tratta di un impianto medievale che nel Medioevo rappresentava un presidio di protezione grazie alla sua posizione strategica.

A partire dal 1200 la Rocca fu ampliata fino ad assumere la forma a pianta trapezoidale con 4 torri angolari di cui oggi restano solo alcune parti delle mura con la Torre del Pellegrino. Grazie a Papa Urbano V furono effettuati nuovi lavori di ampliamento e la realizzazione di una cisterna nel piazzale antistante il palazzo.

Nel periodo di maggiore splendore, la Rocca fu scelta da molti pontefici come luogo di residenza estiva (Clemente VII, Leone X, Giulio II), mentre a partire da Papa Paolo III Farnese, per la fortezza iniziò un periodo di graduale declino.

Negli anni ’80 i lavori di restauro hanno portato alla luce un’area sepolcrale di epoca longobarda. I resti della necropoli sono tutt’oggi visibili attraverso speciali lastre di vetro. Dal 1983 il comune di Montefiascone ha dato il via a importanti lavori di recupero.

Bene bene, l’ora di pranzo è un po’ superata ma è impensabile saltare, specialmente con tutto il camminare che abbiamo fatto fin qui. Meglio rientrare in zona, anche perché sulla strada avevamo adocchiato un ristorante cinese e non possiamo lasciarcelo scappare.

Eccoci, che dire. Abbiamo trovato ciò che cercavamo, magari poca scelta di sushi, ma piatti della cucina cinese cucinati molto bene e piacevolmente diversi da come siamo abituati a trovare dalle nostre parti. Ci torneremo sicuramente, la settimana è ancora lunga.

Dopo il pranzo si cammina più lentamente, si sa. E anche la voglia di farlo, bisogna ammetterlo, diminuisce notevolmente. Soprattutto ora che è uscito uno splendido sole e una bellissima piscina ci aspetta in hotel.

Facciamo ancora un piccolo sforzo e ci portiamo alla Necropoli Centocamere. Il nome del sito si deve al fatto che le camere funerarie sono collegate tra di loro da un intricato sistema di cunicoli aperti nelle pareti. Si legge che tutta la collina di Centocamere sia interessata da queste strutture scavate nella roccia tufacea.

Le tombe di Centocamere risalgono al VII secolo a.C. ma secondo gli studi questi ambienti sarebbero stati utilizzati ancora nel Medioevo. Una delle tombe, quella più grande fino ad ora ritrovata, misura circa 16 metri di lunghezza e ospitava quasi una ventina di defunti.

Ok, ora siamo definitivamente sfiniti. Per oggi basta così. Arranchiamo verso l’hotel e ci godiamo qualche momento di relax. Domani ci attende un altro tour de force, assicurato.

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Viaggio nel mistero prima parte