Dopo il Castello di Gaglianico, una località vicina che merita sicuramente una visita è il Ricetto di Candelo. Qui sorge un famoso e aggrovigliato incrociarsi di vicoli acciottolati e il fascino di un borgo millenario.

Dall’alto del Ricetto di Candelo si gode una splendida vista sul comprensorio delle Prealpi Biellesi. Il periodo migliore per visitare questa cittadella è il mese di maggio, quando le sue famose rue (strade) si colorano e profumano con il “Candelo in fiore“.

Questo ambiente così affascinante richiama con la sua atmosfera medievale molti visitatori tutto l’anno. È possibile partecipare, su prenotazione, alle visite guidate e ai laboratori didattici organizzati dalla Pro Loco.

Un po’ di storia del Ricetto di Candelo

La prima citazione di Candelo ci riporta a prima dell’anno 1000, in un antico documento in cui la Canderium viene riferita da Ottone III nei possedimenti del feudatario Manfredo. Solamente l’anno successivo l’imperatore conferì il borgo feudale alla Chiesa vercellese.

Il Ricetto di Candelo sorge quasi interamente avvolto dalle mura, tranne il lato sud dove sorge il Palazzo Comunale. Agli angoli di questa cittadella dalla forma pentagonale sorgono belle torri cilindriche. Anticamente, l’unico accesso al borgo era costituito dalla Torre Porta, una massiccia torre rettangolare con un accesso pedonale e uno più grande per i carri, entrambi chiusi da ponti levatoi.

L’edificio più elevato del Ricetto di Candelo è la Casa del Principe, fatta costruire dal feudatario Sebastiano Ferrero nel 1496.

Il borgo di Candelo

Riuscite a immaginare come poteva essere la vita che brulicava tra queste mura durante il medioevo? Il popolo che abitava il Ricetto di Candelo nel medioevo aveva le sue usanze e tradizioni. Conoscete il detto “è un altro paio di maniche“? Ebbene, la gente del posto indossava dei vestiti di canapa grezza, dei quali venivano cambiate e lavate solo le maniche.

Anche un altro detto deve la sua origine alla condizione di povertà in cui vivevano molti abitanti durante il medioevo, ed è “restare in braghe di tela“. Questo modo di dire sembra derivare dall’abitudine, molto comune al tempo, di dover vendere la tunica, che era l’unico altro vestiario che gli uomini possedevano e indossavano sopra ai pantaloni. Venduta la tunica, questi restavano, appunto, in braghe di tela.

Curiosità

Esiste un’antica leggenda popolare che vuole l’esistenza di una galleria misteriosa, che partiva dalla torre angolare di sud-ovest, che portava sulla riva del torrente Cervo.

Esiste poi un’altra leggenda, ancora più sfuocata, che parla addirittura dell’esistenza nei pressi di Candelo di una fortezza perduta chiamata Ysingarda. Ne avete mai sentito parlare?